VICENZA – Il patriarcato regna ancor nel XXI secolo a Vicenza, almeno nel regolamento cimiteriale che stabilisce, sulla base di una norma del 1907, che la voltura di una tomba di famiglia può essere richiesta solo dagli eredi maschi, mentre le donne con un nuovo cognome sono escluse.
A scoprirlo, suo malgrado, una vicentina che, dopo la morte del padre, intendeva fare con il fratello la voltura della tomba di famiglia per averne entrambi la piena proprietà. Invece, regolamento alla mano, l’ impiegato comunale ha preso in considerazione solo il fratello. Da qui la segnalazione della ‘vittima’ all’ assessorato competente della vicenda riferita da Il Giornale di Vicenza.
”Stiamo già provvedendo – ha spiegato all’Ansa l’assessore Affari legali e istituzionali, al patrimonio e servizi demografici ed elettorali, Massimo Pecori – ma ci vogliono i tempi tecnici perchè prima ci sarà il passaggio in commissione e poi in consiglio comunale”. Un atto ‘dovuto’, alla luce anche del fatto che le tombe di famiglia nel cimitero di Vicenza sono oltre 300.
”Potevamo mettere mano all’intero regolamento – ha detto Pecori -, ma i tempi sarebbero stati maggiori. Allora si è preferito rivedere questa norma e in futuro prenderemo in esame anche l’intero regolamento”. Pecori, assessore da 5 mesi, non si meraviglia di queste incongruenze: ”Molti regolamenti sono datati e un po’ alla volta devono essere rivisti. Lo abbiamo fatto con quello edilizio rimesso a nuovo in occasione della revisione del Prg. Ma sono lavori complessi che devono però essere fatti”.