ROMA – Roberto Saviano? Secondo Vincenzo De Luca è un “camorrologo di corte e di salotti”. Il governatore della Campania non lo cita direttamente ma è chiaro il riferimento. Dopo la polemica sulla due parola su Rosi Bindi ha detto: “Mi sono imposto la linea dell’indifferenza per fare training autogeno e mi sono fatto inviare una foto della mia nipotina da Bruxelles” e prosegue citando Eugenio Montale. Poi una stoccata al “camorrologo di corte e di salotti”. “Con processi postumi saranno processati allora Alberto Sordi e Vittorio De Sica, e ancora Vittorio Gassman, Carlo Verdone e Claudio Baglioni, quando dicevano “ma va a morì ammazzato””.
Il ragionamento di De Luca, che ha attirato critiche da ogni parte, è questo: “Quello che fece la Bindi è stata una cosa infame, da ucciderla”. Una frase choc, pronunciata nel corso di un’intervista trasmessa da Matrix, e che riapre la vicenda che lo vide, poco prima delle Regionali del 2015, inserito nella lista degli impresentabili dalla presidente della commissione Antimafia Rosi Bindi.
Ma, questa volta, le parole del governatore incassano solo un’ondata di durissime reazioni, dentro e fuori il Pd. E in serata arriva anche il secco commento del premier Matteo Renzi: le parole del governatore “sono totalmente inaccettabili. Piena solidarietà a Bindi”.