Vincenzo Scotti: "Sul 41 bis fui isolato politicamente"

PALERMO – ''Quando, dopo la strage di Capaci, cercai di accelerare sulla conversione del decreto sul carcere duro ai mafiosi, avvertii un clima di isolamento politico''. L'ha detto l'ex ministro dell'Interno, Vincenzo Scotti, deponendo al processo per favoreggiamento a Cosa nostra al generale Mario Mori. Scotti ha ricordato di aver cominciato a pensare a un intervento sulle carceri gia' con Giovanni Falcone.

''Quando a marzo del 1992 denunciai il rischio di un piano di destabilizzazione ordito dalla mafia, fui considerato avventato, insomma, mi presero per un venditore di patacche''. Cosi' l'ex ministro dell'Interno Vincenzo Scotti, deponendo al processo per favoreggiamento alla mafia al generale dei carabinieri Mario Mori, descrive il clima in cui fu accolto l'allarme attentati da lui lanciato dopo l'omicidio dell'eurodeputato Salvo Lima.

Scotti ha ricordato la diffidenza avvertita verso una denuncia che lui riteneva grave e fondata e che si basava su informazioni dei Servizi, riferitegli dall'allora capo della polizia Parisi. L'ex politico oltre ad avvertire questure e prefetture del rischio di delitti eccellenti, ne parlo' in Parlamento. A definire una ''patacca'' la cosa tra gli altri fu Giulio Andreotti.

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Daniela Lauria