Non ci fu violenza sessuale, non fu uno stupro di gruppo: il gup Piera Tassoni ha assolto perché il fatto non sussiste tre giovani della provincia di Brescia accusati di aver violentato ripetutamente una loro amica nell’aprile di due anni fa. La ragazza, all’epoca minorenne, si trovava in vacanza con i tre insieme al suo fidanzato, in una casa ai lidi ferraresi.
Il processo, che si è concluso stamane, e si è svolto con il giudizio abbreviato. Secondo la tesi dell’accusa, che aveva chiesto sei anni per due degli imputato e cinque per il terzo, il fatto avvenne al Lido delle Nazioni la sera del 25 aprile 2008 e, per due degli imputati, anche la mattina del giorno successivo in un appartamento di proprietà di uno dei ragazzi.
La ragazza, secondo la ricostruzione accusatoria di procura e carabinieri, sarebbe stata violentata la prima sera dai tre amici nel salotto dell’appartamentino, mentre il fidanzato dormiva in una cameretta a pochi metri di distanza.
La mattina seguente da due soli di loro, mentre il terzo era fuori con il fidanzato. La ragazza avrebbe taciuto la circostanza al compagno e, dopo tre mesi, nei quali ha continuato a frequentare la compagnia, con la sorella ha denunciato la violenza ai carabinieri.
I ragazzi, che hanno sempre e con forza affermato che l’amica fosse consenziente, hanno passato un mese di custodia cautelare in carcere prima di essere scarcerati dal Tribunale della Libertà di Bologna per mancanza di gravi indizi, misura confermata dalla Corte di Cassazione.
Per i legali del ragazzi “è la fine di un incubo che ha segnato profondamente questi ultimi due anni di vita dei tre ragazzi e delle loro famiglie. E pensiamo che anche per la ragazza sia finito il dramma di un travaglio giudiziario in cui siamo convinti sia stata coinvolta al di là delle sue reali intenzioni. Il felice epilogo di questa angosciante vicenda speriamo faccia riflettere”.
Il gup Tassoni, che ha emesso la sentenza dopo un’ora di camera di consiglio, depositerà la motivazione entro 90 giorni, procura e legale di parte civile, per la ragazza, valuretanno il ricorso in appello.