Era stata violentata due volte e alla fine si è suicidata: sono due le inchieste aperte sugli stupri che la ragazza di 19 anni trovata impiccata in una casa d’accoglienza di Viterbo nel novembre 2009 avrebbe subito e che potrebbero averla indotta al suicidio.
Una, in corso a Viterbo, è di fatto la continuazione di quella avviata dalla squadra mobile viterbese per accertare le eventuali cause del suicidio, prima chiusa e poi riaperta dopo l’invio del cd con le pagine del diario ai genitori della giovane. Al centro delle indagini lo stupro che la ragazza ha scritto di aver subito in un bagno pubblico. Una violenza che definisce più dolorosa e brutale di quella subita in precedenza a Rignano Flaminio, a Roma, paese in cui viveva con la famiglia prima di trasferirsi a Montefiascone.
L’altra inchiesta è scaturita dalla denuncia presentata dai genitori alla procura della Repubblica di Tivoli, nella cui circoscrizione ricade Rignano Flaminio. In questo caso, come spiega il legale della coppia, l’avvocato Angelo Di Silvio, al centro dell’inchiesta c’è il giovane che, secondo quanto riportato nel diario, avrebbe stuprato la figlia in casa sua. «Il padre e la madre – dice il legale – non hanno alcun dubbio che la calligrafia del diario appartenga alla loro figlia.
Inoltre, ci sono descritti alcuni dettagli che ricordano di aver notato e sui quali chiesero spiegazioni alla ragazza, come il maglione rotto nel caso di Rignano Flaminio, le calze smagliate, i lividi e le macchie di sangue nel caso di Viterbo». Secondo il legale sarebbe utile scoprire anche chi è in possesso del diario della giovane e che ha inviato le pagine alla famiglia.