ROMA – “Quello? Era più femmina di me eppure aveva tutti i privilegi da maschio“. Quello è Vladimir Luxuria e a raccontare gli anni della sua giovinezza è la sorella, Laura Guadagno, in un’intervista al Corriere della Sera. Lei, racconta, “gli invidiava la libertà” e lui “mi invidiava gli abiti nell’armadio”. “Quante gonne gli ho dovuto mettere in un sacchetto assieme ai trucchi perché li potesse indossare fuori di casa”. Il privilegio di essere il figlio maschio consisteva nell’avere una camera tutta per sé “poteva rientrare più tardi la sera ed era l’unico ad avere il permesso di andare dalla nonna a guardare il Festival di Sanremo fino a tardi”.
E ci sono stati pure gli imprevisti che in genere si vivono tra sorelle: “Pure quando mi ha rubato il fidanzato l’ho dovuto perdonare, roba che se lo rifacesse adesso gli strapperei con le mie mani quelle quattro extension dai capelli”. Davvero le rubò il fidanzato?, approfondisce Elvira Serra: “Sì, Matteo. Cioè, si chiama in un altro modo, ma Vladi vuole che lo tuteliamo, siamo rimasti amici. Ora la capisco, mia sorella: quando una persona si reprime, sta male e può creare disagio agli altri. Ecco perché lei lotta contro l’ipocrisia, perché in Italia siamo messi male se un padre, dopo che il figlio uccide in modo barbaro un altro ragazzo, sente l’urgenza di dire: ‘Mio figlio non è gay”.
Quanto andavano in vacanza, racconta ancora Laura, “Vladi si occupava dell’animazione, ci intratteneva con i suoi racconti, riusciva a inventare storie sempre diverse con le figurine che davano in omaggio assieme ai formaggini Mio”. Ed era bravissimo nelle imitazioni: “Faceva Albano e Romina, la Carrà. Ridevamo come matti”
L’identità sessuale di Vladimir però non fu semplice da accettare per il padre Antonio, camionista: “Era impreparato, faceva finta di niente, ma era sotto gli occhi di tutti. Una sera lo sentii prendersela con mamma: Tuo figlio va in giro truccato come una donna! Lo aveva visto vicino alla stazione con dei colleghi, camionisti come lui. Ma alla fine non successe nulla. Provò a mascolinizzare Vladi, gli diceva: Tu non ti devi truccare e ti devi vestire da maschio. Capirai… Gli entrava in un orecchio e gli usciva dall’altro. Però a casa non si è mai travestito, penso per evitare inutili attriti”.