Volo Verona-Bari. Passeggeri bloccati a bordo: 6 ore di ritardo senza aria condizionata

Prendere l’aereo da Verona per raggiungere Bari e metterci otto ore (quasi come per andare a New York), molte delle quali trascorse dentro il velivolo fermo, senza aria condizionata quando fuori ci sono oltre 30 gradi. E’ la disavventura capitatavenerdì pomeriggio ai passeggeri che avevano acquistato, per circa 100 euro, un biglietto aereo per spostarsi con la compagnia AirItaly dalla città veneta a quella pugliese.

Gli sfortunati che ieri si sono trovati involontari protagonisti della vicenda sono ancora molto arrabbiati e alcuni di minacciano esposti e la richiesta di un risarcimento danni. ”I problemi – ci racconta uno di loro – sono iniziati a Verona, prima di imbarcarci, quando eravamo ancora al gate. L’aereo avrebbe dovuto partire alle 16.40, con arrivo previsto alle 18.30. Ma alle 19.40 eravamo ancora lì, senza che i rappresentati della compagnia ci avessero fornito spiegazioni. Ad un certo punto qualcuno ha scoperto che al gate consegnavano dei buoni pasto per poter mangiare qualcosa, ma ormai erano le 21 e nessuno aveva dato alcuna indicazione in merito. Solo a quel punto, quando è scattata la rabbia dei passeggeri, si sono degnati di fare un veloce annuncio”.

 ”Verso le 22 – prosegue un altro passeggero – finalmente ci hanno imbarcato sull’aereo, ma insieme ai passeggeri di un altro volo, dove c’era stato un guasto: il Verona-Roma. Il nostro aereo, quindi, ha fatto uno scalo, ovviamente non previsto, a Roma. E ci siamo ritrovati in circa 300 passeggeri. Ma non basta. Siamo rimasti fermi per una quarantina di minuti prima di partire e la temperatura all’interno è diventata bollente. Una volta arrivati a Roma, i passeggeri diretti nella Capitale sono scesi, ma ne sono saliti altri: quelli del volo Roma-Verona. Ci hanno detto che anche quest’aereo aveva avuto un guasto e i passeggeri sono prima venuti con noi fino a Bari e poi, forse nella notte, sono ripartiti per il Veneto”.

Ma non è finita qui. ”Nell’aeroporto romano – racconta ancora la donna – oltre ai tempi tecnici di sbarco e reimbarco dei passeggeri, c’è stata un’altra disavventura. Si è rotto lo starter dei motori e siamo rimasti fermi altri 50 minuti, con i portelloni chiusi, sigillati dentro, senza aria condizionata. Il caldo e l’aria sono diventati insopportabili. E, come è comprensibile, la rabbia della gente ha cominciato a salire. C’era chi insisteva per voler scendere, chi ha cominciato a dare del ”criminale” all’equipaggio, chi ha avuto quasi delle crisi isteriche urlando di aprire i portelloni”.

A bordo c’erano anche quattro bambini, tre sui tre anni e uno un po’ più grandicello. Una volta riparato lo starter, l’aereo è ripartito e ”ci hanno detto che saremmo giunti a destinazione verso mezzanotte e dieci. Invece siamo arrivati che mancava un quarto d’ora all’una. Il capitano? si è limitato a scusarsi per il ritardo. Non ha detto altro”.

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