ROMA – Il vulcano Marsili, il gigante sommerso nel Tirreno, 70 km di lunghezza e 30 di larghezza, il vulcano più grande del Mediterraneo e d’Europa, ” è ancora attivo” dice un lavoro scientifico pubblicato su Gondwana Research. La ricerca è frutto della collaborazione tra un gruppo di ricerca internazionale che comprende l’Istituto per l’ambiente marino costiero del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Iamc-Cnr), l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma (Ingv), l’Universita’ Gabriele d’Annunzio di Chieti, la Schlumberger Information Solutions di Madrid, la Leibniz University di Hannover e la società Eurobuilding Spa di Servigliano.
“A questo punto sono necessarie nuove ricerche per implementare un sistema di monitoraggio che possa valutare l’effettiva pericolosità connessa a una possibile eruzione sottomarina. Non è da escludere – avverte Guido Ventura, ricercatore Ingv – che il Marsili venga inserito nella lista dei vulcani italiani attivi come Vesuvio, Campi Flegrei, Stromboli, Etna, Vulcano e Lipari”.
“L’ipotesi più accreditata dagli studiosi era quella che considerava cessata, all’incirca 100.000 anni fa, l’attività eruttiva del vulcano – dice Mattia Vallefuoco, dell’Iamc-Cnr – nel corso della missione, finalizzata ad acquisire nuovi dati sui prodotti emessi dal Marsili e sulla loro età, è stata prelevata ad una profondità di 839 metri una colonna di sedimento che ha evidenziato due livelli di ceneri vulcaniche dello spessore di 15 e 60 centimetri, la cui composizione chimica risulta coerente con quella delle lave del vulcano”