Yara: portata via da qualcuno di cui si fidava. E si stringe il cerchio intorno ai conoscenti

Si battono ancora tutte le piste, dallo squilibrato incontrato per caso, alla banda organizzata nel molestare le ragazzine. Ma gli inquirenti stringono sempre più le indagini attorno al mondo di Yara, quello di cui si fidava, la palestra, la strada verso casa, i conoscenti.

”Dalla polisportiva può essere stata portata via solo da qualcuno di cui si è fidata, oppure che ha incontrato subito fuori”, dice un investigatore impegnato da giorni nella ricerca della studentessa di 13 anni scomparsa venerdi’ scorso, 26 novembre, verso le 18.30.

Prende sempre più consistenza l’ipotesi che qualcuno che Yara conosceva e di cui evidentemente si è fidata si sia offerto di accompagnarla verso casa, dirigendosi poi chissà dove e con tutt’altre intenzioni.

Archiviata da subito l’ipotesi della fuga volontaria, l’altra possibilità, a parte la persona conosciuta, è un rapimento da parte di uno o più sconosciuti. Ma dove? Non certo nella Cittadella dello Sport, dove all’ora in cui la ragazza è sparita l’attività è al massimo e vanno e vengono decine di persone. Difficile immaginare che qualcuno l’abbia presa con la forza passando inosservato.

Potrebbe essere stata intercettata nei 670 passi che dividono il palazzetto dallo sport da casa, la villa di via Rampinelli. Ma per caricare con violenza Yara su una vettura o su un furgone ci sarebbero volute almeno tre persone: l’autista e due che la immobilizzavano, le tenevano la bocca chiusa per non farla urlare e la spingevano in auto.

Yara è esile, ò vero (47 chili per 150 centimetri di altezza), ma grazie alla ginnastica che pratica da quando aveva 4 anni ha i muscoli d’acciaio, ed è stata descritta da tutti come una ragazzina tenace e decisa.

Gli inquirenti non fanno trapelare assolutamente nulla, ma evidentemente qualche idea cominciano ad averla, se continuano a tornare alla Cittadella dello Sport e al mondo che gira attorno a quello frequentato dalla ragazzina.

Intanto proseguono le battute di ricerca che si sono spinte fino al fiume Adda. Stamattina al quartier generale, nelle ex colonie elioterapiche lungo il fiume Brembo, si sono presentati circa 300 nuovi volontari. Tutte persone che lavorano dal lunedì al venerdì e hanno deciso di dare una mano per ritrovare Yara oggi e domani.

Continuano anche ad essere ascoltati tutti quelli che potrebbero conoscere qualche particolare utile alle indagini. ”Non ci fermeremo neppure un istante, il mio primo pensiero è ritrovarla”, ripete il pm Letizia Ruggeri.

In serata veglia di preghiera in quattro chiese della zona. Da ieri circolava la voce che in quella frequentata dai Gambirasio, Santa Maria Assunta, il parroco, don Corinno Scotti, avrebbe letto una lettera appello del padre Fulvio. Un ringraziamento – da quello che era trapelato – a tutti per l’affetto dimostrato, per aver rispettato il riserbo chiesto e un accorato invito perché chiunque sappia qualcosa lo riferisca alle forze dell’ordine. Ma stasera il parroco ha smentito che una lettera sia mai stata scritta.

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Published by
Maria Elena Perrero