Forse la svolta che si temeva ma si sospettava è arrivata: Yara Gambirasio, la tredicenne scombarsa da Brembate Sopra (Bergamo) il 26 novembre sarebbe stata uccisa e il suo cadavere occultato. Sarebbe stato infatti fermato per omicidio il cittadino tunisino fermato nella tarda serata di ieri, 4 dicembre, mentre cercava di lasciare l’Italia a bordo del traghetto Berkane, diretto a Tangeri, in Marocco. Sull’uomo si sarebbe indirizzata l’attenzione degli inquirenti, pare, dopo la sua scomparsa dal luogo in cui si trovava solitamente.
“Che Allah mi perdoni, ma non l’ho uccisa io”. Secondo indiscrezioni, sarebbe stata questa frase, intercettata al telefono, a convincere i Carabinieri che investigavano sulla scomparsa di Yara Gambirasio della responsabilità del magrebino.
C’è tensione a Brembate Sopra. Quando si è sparsa la notizia del fermo di un operaio magrebino di 23 anni con l’accusa di omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere, davanti alla casa della ragazza si è fermato un suv Audi dal quale è sceso un uomo che ha inalberato un bersaglio con la scritta ‘Occhio per occhio, dente per dente’.”Non ne possiamo più di questi immigrati – ha detto -, devono tornarsene a casa loro”. Anche un’altra persona è arrivata davanti Villa Gambirasio urlando contro il presunto omicida. “Io non ce l’ho con lui perché è uno straniero – ha detto – non mi interessa di che razza sia, voglio però che sia fatta giustizia, vorrei che facessero a lui quello che ha fatto alla ragazzina”. Brembate Sopra è un Comune di 7.800 abitanti da anni guidato da una giunta del Carroccio. “Qui non siamo razzisti – ha aggiunto un’altra signora passando – ma ci piace l’ordine e la tranquillità e qui non era mai successa una cosa come questa”. Le ricerche del corpo si sono improvvisamente concentrate su un punto preciso. In base a una segnalazione non ancora chiarita, Carabinieri e Vigili del Fuoco stanno perlustrando il bosco che ricopre una collina a ridosso del centro sportivo del paese di Ambivere, a pochissimi chilometri da Brembate di Sopra.
La strada di accesso alla collina è stata sbarrata. Vigili del Fuoco e militari stanno perlustrando il bosco. Con le vicende delle ultime ore, assume inoltre nuovi contorni la testimonianza di Enrico Tironi, vicino di casa di Yara, a cui gli inquirenti sembravano non aver creduto. Subito dopo la scomparsa di Yara, il giovane aveva raccontato di aver visto la ragazza all’ora presunta del sequestro, nei pressi della sua abitazione, in compagnia di due uomini. Tironi era stato molto dettagliato, descrivendo l’abbigliamento di Yara e i due uomini, che a lui erano sembrati due adulti. Poco distante, aveva aggiunto Tironi, era parcheggiata una Citroen rossa ammaccata. Ma gli inquirenti avevano ritenuto infondata, almeno in apparenza, questa testimonianza al punto che nei confronti del giovane era scattata la denuncia per procurato allarme e falso ideologico.
”Siamo in una fase cruciale, non posso assolutamente né confermare né smentire alcuna notizia”. Lo ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, Roberto Tortorella, uscendo dalla caserma dove, secondo diverse voci non confermate, sarebbe in corso l’interrogatorio del tunisino bloccato ieri sera sul traghetto partito da Sanremo.
Il colonnello ha chiesto quindi ancora un po’ di riserbo. ”Lasciateci lavorare – ha aggiunto – è un momento in cui non possiamo dire assolutamente nulla”.
Il comandante Tortorella è andato a casa dei genitori di Yara per comunicare gli ultimi sviluppi delle indagini sulla scomparsa della figlia Yara. Il comandante si è fermato a casa Gambirasio per una trentina di minuti e uscendo non ha voluto dire nulla. La strada di accesso alla famiglia di Yara è stata sbarrata all’accesso anche per i giornalisti, che fino a stamattina potevano arrivare davanti all’abitazione.
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