BREMBATE SOPRA (BERGAMO) – L’assassinio di Yara Gambirasio potrebbe non rientrare nella cerchia di conoscenze della ragazzina di Brembate Sopra il cui corpo senza vite fu ritrovato alla fine di febbraio, dopo tre mesi di ricerche. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è data dal fatto che quelle due tracce di Dna, una maschile e una femminile, trovate su un guanto di Yara, non è detto che siano tracce dell’assassino o degli assassini.
Finora sono stati duemila i codici genetici prelevati ad amici, conoscenti, parenti, in parte vicini di casa, e più in generale persone che si trovavano a Brembate di Sopra la sera del 26 novembre. Nessuno di quei codici corrisponde alle due tracce trovate su un guanto. Può forse essere sfuggito agli inquirenti qualche soggetto che rientra nei mondi di Yara, ma più si va avanti, più si allarga il cerchio, più si ha l’impressione che questa strada non porti a nulla.
La sola certezza per ora acquisita è che l’assassino di Yara, sempre restando all’ipotesi che il Dna sul guanto sia il suo, non è un pregiudicato già schedato da polizia e carabinieri nell’esile banca dati nazionale di codici genetici. Un confronto in tal senso non ha portato a nulla.
Si profila l’ipotesi che si tratti di una persona non conosciuta dalla ragazzina, o dai suoi familiari. E nemmeno una persona che frequentava la palestra o altre realtà vicine a Yara.