”Non stavo scappando, gli inquirenti mi hanno anche augurato buon viaggio”. Così parla M’Mohammed Fikri, il ragazzo marocchino prima arrestato e poi liberato sul quale inizialmente pesavano i sospetti del rapimento di Yara. Lo ha detto nel corso della trasmissione Matrix.
”Non stavo scappando – ha ripetuto secondo un’anticipazione della tv – e d’altra parte gli inquirenti mi avevano già interrogato. Volevano sapere cosa avevo la sera della sparizione di Yara: ho detto loro che il giorno seguente l’ interrogatorio sarei partito e gli inquirenti mi hanno pure detto ‘Buon viaggio’. E, infatti, l’indomani sono partito”.
Poi Mohammed continua: ”Ero sulla nave, al ristorante. Sono venuti da me due marinai che mi hanno chiesto il passaporto. E poi sono arrivati i carabinieri che mi hanno fatto sbarcare, sono salito su un’altra imbarcazione e sono arrivato a Sanremo. Da lì, in macchina, a Bergamo. In caserma il capitano, il maresciallo mi chiedevano come avessi fatto a rapire Yara. Mi hanno fatto sentire la mia telefonata intercettata. E su quella telefonata sono venuti cinque interpreti per tradurla”.
In quei momenti, spiega, ha avuto paura: ”Nessuno mi ha chiesto scusa, e ho avuto davvero paura e ho pensato: se non trovano il colpevole rimango in galera per sempre”. Poi ancora, quanto agli interrogatori:”Durante gli interrogatori temevo che nessuno mi capisse, che non riuscissi a spiegarmi bene. Avevo paura”.