Yara Gambirasio: c’è anche la pista sui “ragazzi in scooter”

Yara Gambirasio

BREMBATE SOPRA (BERGAMO) – Due le piste seguite dagli investigatori per scoprire la verità sulla morte di Yara Gambirasio, la 13enne trovata morta a Brembate nel 2011. L’ultima ipotesi vagliata con attenzione dai carabinieri del Ros riguarda alcuni ragazzi che si muovevano in scooter. Come riporta l’Eco di Bergamo infatti non c’è solo la pista del Dna. Negli ultimi mesi i carabinieri del Ros hanno cercato di verificare un’altra ipotesi: quella che la tredicenne sia rimasta vittima di ragazzini poco più grandi di lei avviando una serie di accertamenti (anche tecnici) su adolescenti.

La pista dei ragazzi in scooter nasce da una testimonianza resa poco dopo la scomparsa di Yara, il 26 novembre 2010. Un uomo, appartatosi con una prostituta in via Bedeschi a Chignolo d’Isola all’epoca della scomparsa di Yara, notò un gruppetto di ragazzi in motorino proprio nei pressi del campo dove la ragazzina è stata trovata morta e lo segnalò agli inquirenti. Una testimonianza che arrivò poche settimane dopo il ritrovamento del corpo, ma che evidentemente è stata ritenuta successivamente degna di un approfondimento.

Per non lasciare nulla di intentato, gli inquirenti hanno voluto puntare il loro faro anche su questo mondo. Yara aveva solo 13 anni, ancora presto per il motorino e per le scampagnate con gli amici. È per questo che, fra i vari adolescenti di 16-17 anni che sono stati sentiti nell’ambito di questa parte dell’indagine, nei mesi scorsi sono stati convocati anche alcuni amici della sorella maggiore di Yara, Keba. Ai ragazzini è stato chiesto se avessero notato fra i coetanei qualche atteggiamento sospetto o se avessero imboccato cattive strade. Un’ipotesi, quella di un coinvolgimento di ragazzini nel delitto, che per ora rimane tale e, stando al poco che trapela, senza riscontri positivi.

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Alessandro Avico