Che Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre dal Palazzetto dello Sport di Brembate Sopra, si fosse recata lì quasi occasionalmente, per portare uno stereo che serviva alle sue compagne, era già emerso nei giorni scorsi.
Ma si è appreso il 16 dicembre che la decisione di mandare Yara e non la sorella, a cui inizialmente era stato chiesto di portare lo stereo, venne decisa quel venerdì pomeriggio all’ultimo momento e fra le mura domestiche. Un particolare, questo, accennato oggi dalla madre di Yara in una intervista telefonica con una televisione e che è stato confermato nel pomeriggio dagli inquirenti.
Quindi non solo Yara non doveva essere lì quel pomeriggio, ma la sua presenza era doppiamente inaspettata in quanto lei stessa aveva insistito per portare la radio che serviva a un saggio ginnico previsto per la domenica successiva.
Inizialmente si era incaricata la sorella di portarlo da casa. Poi però era stata Yara a insistere tanto con la madre per portarlo di persona. Questa decisione ha fatto supporre a taluni l’esistenza di un appuntamento, per Yara, che però è stato categoricamente smentito dalla famiglia e dagli investigatori.
Una decisione di cui come ha detto la stessa mamma al Tgcom ”eravamo a conoscenza solo io e le mie figlie”. L’occasionale e imprevista presenza di Yara, quindi, indebolisce l’ipotesi di un rapimento organizzato, che difficilmente avrebbe potuto improvvisare su decisioni così repentine.
Non è comunque detto, fanno notare alcuni investigatori, nel caso di un adescamento, che il rapitore dovesse per forza essere al corrente dell’informazione circolata in famiglia. Potrebbe semplicemente aver portato via la prima ragazzina che le circostanze favorevoli gli hanno fatto trovare sul suo cammino.