La vicenda nasce da quanto raccontato dalla madre di una ragazzina bergamasca alla quale, nel 2011, qualcuno rubò il profilo Facebook, pubblicandovi foto di Yara e facendo così intendere un’amicizia tra le due ragazzine. Già nel marzo 2011 venne però chiarito che la figlia della donna, allora dodicenne, non conosceva Yara e che le foto erano state pubblicate da un presunto molestatore online.
I carabinieri indagarono, scoprendo che il computer dal quale era stato rubato il profilo della ragazzina si trovava in Francia sia prima sia dopo il rapimento e il ritrovamento di Yara e, per questo, la vicenda si chiuse lì.
Giovedì il settimanale Giallo ha pubblicato una nuova intervista alla madre della ragazzina, la quale riferisce di aver scoperto da sola che il molestatore della figlia, un cinquantenne di Padova con precedenti per pedofilia e attualmente detenuto in Francia per lo stesso motivo. Gli inquirenti stanno però appurando se esista davvero qualcuno che corrisponde a queste caratteristiche e che si trova in carcere oltralpe. Intanto hanno scoperto che esiste davvero un cinquantenne che vive a Padova e ha precedenti per pedofilia, ma che non è in carcere in Francia pur avendo lo stesso nome di battesimo dell’uomo indicato dalla madre della dodicenne. Risultato: quest’ultimo verrà sottoposto, per scrupolo, al test del DNA.