
MILANO – “Mi chiamo Mario, sono stato io.” E’ tornato a farsi vivo ‘l’anonimo di Rho’ con una telefonata in portineria dell’ospedale di Rho (“Mi chiamo Mario, sono stato io”) e conย una lettera di tre pagine indirizzata al cappellanoย don Antonio Citterio.
“Vi prego, informate la polizia di Bergamo: qui รจ passato l’omicida di Yara Gambirasio. Che Dio mi perdoni!”, aveva scritto, sul quaderno delle preghiere dei fedeli nella cappella dell’ospedale di Rho (Milano) sabato (3 agosto).
Martedรฌ 6 agosto il cappellano dell’ospedale di Rho, don Antonio Citterio, sotto lo zerbino della porta di casa (abita proprio sopra alla portineria dell’ospedale) ha trovato una busta contenente una lettera, tre fogli scritti a penna e firmati da un certo “Mario”.
“Sono stato io a scrivere il messaggio sul libro delle preghiere in chiesa” avrebbe scritto nella lettera (fonte L’Eco di Bergamo):
Un mitomane? ร molto probabile: gli inquirenti da subito si sono detti scettici sulla reale utilitร delle sue esternazioni. Ma la polizia non intende trascurare alcuna ipotesi.
Se sa davvero qualcosa, ยซMarioยป la dovrร dire agli inquirenti. Se emergerร che si รจ inventato tutto, andrร incontro a una denuncia per procurato allarme.
Ad anticipare la lettera una telefonata in portineria: “Buongiorno, mi chiamo Mario, sono malato di cancro. Sono io l’autore del messaggio in chiesa su Yara Gambirasio. Volevo solo sapere se il cappellano ha ricevuto la mia lettera.”ย ย La polizia รจ al lavoro per scoprire da dove proveniva la chiamata.
Quel che รจ certo, รจ che ieri mattina uomini della polizia di Stato e personale del Servizio centrale operativo (Sco), in una stanza della palazzina direzionale dell’ospedale di Rho hanno nuovamente sentito i testimoni della vicenda. A cominciare da Walter Claudio Sioli, 64 anni, che ha scoperto la frase misteriosa sul quaderno delle preghiere.
