Yara, indagini a un bivio: ancora non si sa come è morta

Yara Gambirasio

BERGAMO – A dieci giorni dal ritrovamento dei resti di Yara Gambirasio il quadro investigativo non accenna a schiarirsi, tanto che non sono ancora note nemmeno le esatte cause della morte. Gli inquirenti sono ancora in attesa dei risultati degli esami anatomopatologici, iniziati lunedì scorso all’Istituto di medicina legale di Milano e a quanto si è appreso non ancora terminati. E se per gli esiti degli esami istologici e chimici si immaginava di dover attendere alcuni giorni oltre l’autopsia, ci si aspettava per lo meno che la dinamica dell’omicidio potesse essere da subito delineata.

Invece, a dieci giorni dai rilievi, forse per le pessime condizioni del cadavere in avanzato stato di decomposizione, i patologi non si sono ancora espressi nemmeno sulle cause della morte, che potrebbero anche non essere direttamente correlate con le coltellate inferte sul corpo di Yara in più punti. Non soltanto, infatti, i vestiti non riporterebbero copiose tracce di sangue, ma la stessa gravità delle lesioni sarebbe ancora da accertare. Alcune di esse, infatti, sono superficiali (specialmente sulla schiena) mentre quelle più profonde (una all’altezza dei reni e una al collo) non si capisce se siano tali per la violenza dei colpi o per cause ‘post mortem’, come l’intervento di animali in un corpo esposto a intemperie e all’ambiente circostante.

Da valutare, inoltre, i segni di pressione su una parte del collo, che hanno fatto pensare a uno strozzamento, magari anche parziale, durante le fasi dei una lotta disperata di Yara con il suo o i suoi aggressori. I dubbi degli inquirenti si concentrano soprattutto sulle mani, che hanno trattenuto delle tracce, specialmente sotto le unghie, ma che non è ancora detto che siano utili alle indagini. Per avere rilevanza investigativa, infatti, dovrebbero non solo contenere una traccia biologica, ma anche essere confrontabili con quelle raccolte nei tre lunghi mesi di indagini. Indagini che si sono concentrate prevalentemente su una tesi, quella dell’aggressione da parte di un bruto, quindi a sfondo sessuale.

Da quanto si è saputo, però, la violenza sessuale sul corpo di Yara è stata esclusa, e questo sin dalle prime ricognizioni effettuate durante i rilievi nel campo in cui è stato trovato il corpo. Questo però non toglie che il fine dell’aggressione possa essere stato di natura sessuale o che essa sia stata parziale. Ma una cosa pare certa: se così non fosse, sarebbero completamente da riformulare le ipotesi investigative che hanno caratterizzato le ricerche degli inquirenti sino a questo momento. E si rischierebbe di tornare indietro al 26 novembre 2010, quando Yara è sparita. Tutto questo mentre la cittadinanza di Brembate Sopra, e l’ opinione pubblica di mezza Italia, chiedono ”una risposta” alle istituzioni. La Procura, dal canto suo, si limita a precisare che verrà preso tutto il tempo necessario, prima di dire qualunque cosa. E la data delle esequie slitta di giorno in giorno in attesa che la famiglia possa avere indietro il corpo della piccola Yara.

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