“Mi rivolgo a chi detiene ingiustamente Yara, proprio vorrei parlare al loro cuore e lanciare loro un accorato straziante appello, perché restituiscano Yara all’affetto, all’amore e al calore della sua famiglia, al suo pieno diritto a vivere la sua vita”. Si conclude con un appello ai rapitori la lettera che Silvano Donadoni, presidente della Comunità dell’Isola Bergamasca (una libera associazione tra i Comuni della zona), ha inviato anche ai familiari, al sindaco di Brembate e ai sindaci dei paesi della zona.
”Credo – inizia la lettera – di interpretare i sentimenti e lo stato d’animo di tutti se dico che quanto stiamo vivendo in questi giorni, qui, nei nostri paesi e nelle nostre case, ci prende tutti nel profondo, ci turba, ci angoscia. La terribile storia, di cui sono vittime Yara e la sua famiglia, segna e sconvolge noi tutti. In cuor nostro, abbiamo sempre pensato, anzi, ci siamo imposti di credere e di sperare, che queste vicende non ci appartenessero, non potessero accadere dalle nostre parti, nei nostri paesi”.
”Riteniamo – prosegue – che il nostro tessuto di comunità potesse in qualche modo metterci al riparo da simili, devastanti esperienze, anche se già in passato la nostra Provincia ha pur vissuto momenti e situazioni orrende. Ora, con Yara, scopriamo e avvertiamo drammaticamente tutta la nostra accresciuta fragilità, sentiamo sulla nostra pelle, dentro le nostre case, una vulnerabilità che ci può di colpo riguardare e ferire. Sono tante le domande che si affollano in noi, come genitori, come cittadini, in questo caso come autorità responsabili anche nell’assicurare – per quanto possibile – la sicurezza”.
”Ci domandiamo – prosegue la lettera – che cosa possiamo fare, certo; e ancor più come padri e come cittadini, dunque come comunità – come comportarci? – E, più in prospettiva, come usciremo da questa esperienza che ci auguriamo e preghiamo perché possa vedere al più presto un felice esito con il ritorno di Yara tra noi, per restituire a tutti noi la serenità e la fiducia fortemente frantumate da questi giorni”.
”Ora come ora, prima di affrontare altre asprezze e inquietudini che si sono intensificate sulla nostra porta di casa, per ogni passo, avvertiamo il bisogno di stringerci a Yara e alla sua famiglia per testimoniare tutta la nostra vicinanza, il nostro calore umano, la condivisione per ciò che sta soffrendo.Vogliamo dare ali alla speranza, farla volare, affidandole tutte le nostre attese, la nostra ansia, perché diventino realtà”.
”Aspettiamo tutti una sola cosa, l’unica cosa che davvero conta – conclude -: il ritorno di Yara, sana salva, con la sua gioia di vivere, la sua positività e i suo sorriso. Esprimiamo la nostra infinita gratitudine, ai Magistrati Inquirenti, alle Forze dell’Ordine, ai Volontari di Protezione Civile, al Corpo dei Vigili del Fuoco, al Corpo Forestale dello Stato e a tutti quanti si stanno prodigando perché questa terribile vicenda possa avere un lieto fine”.
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