
Zone Rosse e Arancioni almeno fino a Marzo, 2021 anno fratello del 2020 (Foto d'archivio Ansa)
Zone Rosse e Arancioni aspettano l’Italia nell’inverno 2021. Già svanita, triturata dai fatti, l’idea di una Zona Gialla grande quanto l’intero paese a partire dal 7 gennaio. Da consegnare alle speranze per la primavera/estate l’orizzonte di una Italia Zona Bianca, cioè con tutte le attività aperte e il contagio a bassa attività.
Zone Rosse e Arancioni: 2021, vita sociale mutilata continua
Comincia, anzi prosegue così il 2021: con una vita sociale mutilata, amputata. Proprio come è stato per dieci mesi del 2020. Nell’anno nuovo faremo più o meno la stessa vita dell’anno vecchio. Distanziamento, mascherine, luoghi pubblici chiusi o semi aperti, attività sociali sempre a rischio nonostante il malvezzo di dichiararle sicure. Di sicuro non vi è nulla, ci sono e ci possono essere luoghi e attività protette per quel che si può. Ma di sicuro c’è solo che nel 2021 il contagio da coronavirus e il Covid ci saranno ancora. L’anno nuovo è il fratello, speriamo non gemello, dell’anno peggiore della nostra memoria, il 2020 appunto.
Miracoli stanno a zero
L’anno nuovo comincia con la scuola che forse non ricomincia. E con chiusure che probabilmente continuano. Non c’è stato il miracolo (peraltro impensabile) di cene e pranzi natalizi solo con le persone con cui più o meno si convive. Non c’è stato l’ancor più grande miracolo della rinuncia generale alla festa di capodanno. Nessuno dei due miracoli in terra e quindi arriva, sta arrivando, è già arrivato in termini di nuovi contagi il conto: tamponi positivi da 8 a 14 per cento. Ed è solo il conto di Natale.
Non ci sarà, non può esserci il miracolo del tutti vaccinati (i 40 milioni di italiani necessari) entro l’anno. Significa 225 vaccinati al giorno, ogni giorno festivi compresi. Il sistema Italia non ce la può fare. Il mitico assessore Gallera è già stato scaricato dalla Lega dopo che Lombardia regione all’inizio lumaca nel vaccinare. Ma 225 mila vaccinazioni al giorno sono al di là della capacità organizzativa più che logistica del paese.
Quel che forse ci sarà di nuovo sarà il miracolo, misterioso e insondabile, eppure evidente e manifesto, di una popolazione che deciderà di credere che è finita quando finita non è. Il miracolo della scorsa estate, speriamo non si ripeta.