EGITTO, IL CAIRO – E’ salito ad almeno 272 morti il bilancio, ancora provvisorio, delle violenze esplose nella capitale del Sud Sudan, Juba. Lo riferiscono fonti del ministero della Salute sudsudanese. Le vittime, in maggioranza soldati, includono anche decine di civili ed un peacekeeper cinese.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato all’unanimità una dichiarazione in cui si chiede l’immediata cessazione delle violenze che negli ultimi giorni ha provocato la morte di oltre 200 persone, chiedendo che nel travagliato Paese africano siano inviati più caschi blu e condannando anche ogni attacco contro i siti dell’Onu.
Nella dichiarazione il Consiglio condanna “nel modo più forte” i combattimenti ed esprime “shock e indignazione” per gli attacchi alle strutture Onu. In dichiarazioni alla Bbc, il portavoce del vicepresidente Riek Machar ha detto che il Sud Sudan è “tornato alla guerra” ed ha accusato le forze armate fedeli al presidente Salva kiir di aver attaccato le sue posizioni nella capitale Juba.
Gli scontri sono iniziati due giorni fa, In occasione del quinto anniversario della nascita del Paese, il più giovane del mondo, nei pressi del palazzo presidenziale dove Machar e Kiir preparavano un comunicato comune su altri incidenti avvenuti il giorno precedente.
Gli scontri tra le opposte fazioni sono costati in due anni e mezzo decine di migliaia di morti e hanno provocato una grave crisi umanitaria in un Paese già poverissimo nonostante le ingenti riserve petrolifere.