Afghanistan: feriti 4 parà. L’Onu ritira il personale

Un ordigno è esploso al passaggio di una pattuglia di soldati italiani in Afghanistan. Quattro soldati italiani sono rimasti feriti, ma nessuno è in gravi condizioni. Lo ha riferito il comando italiano del contingente a Herat.

L’esplosione si è verificata alle 7.06 (3.36 ora italiana) al passaggio di un nostro blindato “Lince” impegnato in una ricognizione operativa nell’area della Zeerko Valley, a circa 20 chilometri a sud di Shindand. Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi che hanno provveduto al trasferimento dei militari coinvolti presso l’ospedale da campo di Herat.

I paracadutisti italiani sono “praticamente illesi”: lo ha assicurato Marco Mele, il portavoce del contingente italiano a Herat. “Il Lince su cui erano a bordo è stato danneggiato, ma ha assicurato la necessaria protezione agli occupanti”. “Ora i militari italiani stanno benissimo tanto che hanno già contattato i familiari per comunicare le proprie condizioni e hanno anche fatto colazione”.

Mele ha aggiunto che il trasferimento dei soldati, tutti appartenenti al 183esimo Reggimento Paracadutisti della Brigata Folgore, è avvenuto in tempi rapidissimi: “Tutto ha funzionato alla perfezione”. Intanto sul luogo dell’attentato si è recato un team di personale specializzato nel riconoscimento e nella bonifica degli ordigni esplosivi, per individuare l’origine dell’esplosione.

I quattro parà coinvolti sono il primo caporal maggiore Luca Telesca, che ha subito un leggero trauma da scoppio; il primo caporal maggiore Francesco Catania; il caporal maggiore Vincenzo Crispo e il caporal maggiore Francesco Munafò.

L’Onu ha intanto reso noto che evacuerà o ricollocherà provvisoriamente circa 600 dei suoi 1.100 addetti che operano in Afghanistan per i rischi connessi alla sicurezza. Lo afferma un portavoce locale delle Nazioni Unite, correggendo quindi la cifra diffusa precedentemente tramite una fonte Onu, che parlava di 900 addetti da evacuare.

Il portavoce Aleem Siddique ha detto che alcuni dei 600 addetti “non essenziali” saranno portati temporaneamente fuori dall’Afghanistan, mentre altri invece saranno ricollocati all’interno del Paese in luoghi più sicuri, dopo che i talebani hanno ucciso cinque dipendenti stranieri dell’Onu in un attacco a una loro sede nella capitale afghana il 28 ottobre scorso. “Quei pochi che resteranno sono considerate personale essenziale”, ha detto. Il provvedimento, ha specificato Siddique, durerà “un certo numero di settimane”. “Le Nazioni Unite sono state in Afghanistan per mezzo secolo e non stiamo per andarcene ora. Il popolo afghano vuole che restiamo”, ha detto il portavoce.

Published by
Alessandro Avico