Non si ferma la violenza in Afghanistan alla vigilia del ballottaggio per le presidenziali tra il presidente uscente, Hamid Karzai, e Abdullah Abdullah.
Sei funzionari Onu sono morti in un assalto dei talebani a una foresteria nel centro di Kabul e nove sono rimasti feriti. L’attacco ha coinciso con il lancio di razzi contro il centralissimo Hotel serena, molto frequentato dagli occidentali, attacco che ha costretto un centinaio di ospiti a trovare rifugio in un bunker, ma non ha creato vittime. Dopo un combattimento con gli assalitori, le forze si sicurezza afghane hanno ripreso il controllo della situazione nella foresteria dell’Onu, situata in un quartiere centralissimo di Shar-e-Naw e vicina a varie ambasciate.
L’attacco è stato rivendicato da un portavoce dei taliban Zabiullah Mujahid: con una telefonata all’Associated Press, il portavoce ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, dicendo che tre militanti che indossavano giubbetti suicidi, armati di bombe a mano e mitra, hanno compiuto l’assalto. Gli attentatori sono tutti morti nell’assalto: «Questo è il nostro primo attacco».
A parlare dei morti occidentali è stato il portavoce Onu Adrian Edwards, che non ha precisato la nazionalità dei dipendenti ma ha detto che non si tratta di afgani. «Si tratta di un gravissimo evento. Non era mai accaduto nulla di così grave in passato per noi», ha spiegato Edwards.
Nell’assalto non risultano comunque coinvolti italiani, come ha confermato il capo dell’unità di crisi della Farnesina, Fabrizio Romano, intervenuto a Sky Tg24.