L’italiano ucciso a Kabul nell’attentato terroristico di questa mattina è Pietro Antonio Colazzo. Secondo molte fonti ufficiose si trattava di un agente dei servizi segreti che agiva sotto la copertura di “funzionario diplomatico al servizio dell’ambasciata”. Colazzo era originario di Galatina, comune dell’entroterra salentino, dove però non viveva più da moltissimi anni.
Nel Salento pare viva ancora solo una sua sorella, alla quale stamane sarebbe stata comunicata la notizia della morte.
In un primo momento fonti afgane aveva fatto sapere che nell’attentato era morto un agente dei servizi segreti italiani. Ancora nonconfermata invece la morte di un medico civile.
L’esplosione di un’auto bomba, il suicidio di due kamikaze e poi l’inferno davanti al Safi Landmark Hotel. L’attentato nel centro della capitale afgana arriva all’indomani della conquista della roccaforte talebana di Marjah nell’Helmand. Un attentato suicida, rivendicato dai talebani, che ha causato almeno 17 morti e 11 feriti a Kabul.
L’obiettivo colpito alle 6,30 locali (le 3 in Italia) è stato un area commerciale nelle vicinanze dell’Hotel Safi Landmark. Secondo il generale Ahman Zia Yaftali, portavoce del ministero della Difesa, tra le vittime ci sarebbero almeno 4 cittadini indiani.
L’eventuale morte di cittadini indiani potrebbe essere legata alla ripresa ieri a New Delhi dei contatti ufficiali fra i governi di India e Pakistan. Qualche giorno prima di quell’incontro, un attentato nella città di Pune ha causato la morte di 15 persone, fra cui l’italiana Nadia Nocerini.
Secondo quanto affermato dalla polizia, altri due attentatori sarebbero stati uccisi dagli agenti in uno scontro a fuoco verificatosi subito dopo l’attacco. I talebani hanno rivendicato che l’attentato dinamitardo è stato realizzato da cinque mujahedin (combattenti).
Il presidente afghano Hamid Karzai, condannando l’attentato di oggi a Kabul, si è detto “rattristato per l’atto anti-islamico ed inumano perpetrato nel giorno dell’anniversario della nascita del profeta Maometto”. “Esso mostra chiaramente – si dice inoltre – che i suoi autori sono nemici dell’Islam e del popolo afghano che bruceranno nelle fiamme dell’Inferno”.
La rivendicazione è arrivata a stretto giro di posta. “Abbiamo colpito sin da subito i luoghi dove risiedevano gli stranieri a Kabul che erano il nostro obiettivo”. E’ con queste parole che il portavoce dei talebani, Dabhullah Mujahid, spiega la dinamica dell’attacco sul sito internet del proprio gruppo. Con un messaggio apparso in Pashtun e in lingua araba, Mujahid spiega che “un gruppo di mujahidin, che aveva con sè armi leggere e pesanti e anche degli ordigni, sono entrati alle 7 ora locale nella citta’ di Kabul ed hanno attaccato in particolare un luogo dove si trovano gli stranieri, l’hotel Safi, che si trova vicino alla sede del ministero dell’Interno”.
Intanto il ministro degli Esteri Frattini, dopo le polemiche riaperte sulla presenza dei nostri militari sul territorio conferma che “l’Italia e gli altri alleati resteranno impegnati in Afghanistan”.