KABUL – Una manifestazione di afghani e’ in corso oggi davanti alla base aerea americana di Bagram (nord di Kabul) per protestare contro la distruzione di copie del Corano da parte di militari stranieri. Lo ha appreso l’ANSA da testimoni sul posto. Intanto il comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), generale John Allen, ha inviato una immediata lettera di scuse annunciando l’apertura di un’inchiesta sull’accaduto.
Giornalisti che stanno seguendo la manifestazione hanno riferito che la gente lancia slogan contro le forze straniere in Afghanistan. Sul posto si e’ dispiegato un importante contingente di polizia per evitare violenze. Inoltre, altri manifestanti sono scesi in piazza a Kabul per protestare contro lo stesso episodio, interrompendo brevemente il traffico sulla statale che dalla capitale porta a Jalalabad, al confine con il Pakistan.
Il comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), John Allen, ha inviato oggi ”al nobile popolo dell’Afghanistan” una lettera in cui rivela di avere ”ordinato una inchiesta su informazioni ricevute la notte scorsa secondo cui personale Isaf della base di Bagram avrebbe fatto un uso improprio di un ingente materiale religioso islamico, fra cui copie del Corano”.Manifestazioni si sono svolte oggi sia davanti alla stessa base, a nord di Kabul, sia nella capitale afghana.
Il comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), John Allen, ha garantito, nella lettera di scuse inviata al ‘nobile popolo afghano, che sulla vicenda della distruzione di copie del Corano nella base Usa di Bagram, sara’ condotta un”’indagine approfondita”. ”Stiamo svolgendo una approfondita indagine e misure specifiche sono state assunte per evitare che esso possa svolgersi ancora. Vi assicuro…ve lo garantisco…che cio’ non e’ stato in alcun modo intenzionale”.
”Non appena sono venuto a conoscenza di queste azioni – ha spiegato Allen nella lettera – sono intervenuto per fermarle. Ed il materiale recuperato sara’ appropriatamente gestito dalle autorita’ religiose”. ”Offro le mie scuse sincere per qualunque offesa che questo possa aver causato – dice infine – al presidente dell’Afghanistan, al governo della Repubblica islamica dell’Afghanistan, e quello che e’ piu’ importante, al nobile popolo afghano”.