L’alpino Matteo Miotto è stato ucciso ”da un gruppo di insorti” durante ”un vero e proprio scontro a fuoco e non da un cecchino isolato”.Il ministro della difesa Ignazio La Russa ha fornito una nuova versione della morte dell’alpino, parlando con i giornalisti a Herat.
“Non si è trattato di un cecchino isolato, ma di un gruppo di terroristi, di ‘insurgents’, non so quanti, che avevano attaccato l’avamposto”. ”All’attacco – ha proseguito La Russa – ha risposto chi era di guardia, con armi leggere ed altri interventi: a questi si è aggiunto anche Miotto”, che – in base a una prima ricostruzione – faceva parte di una ”forza di reazioni rapida” ed era salito sulla torretta (dove poi è stato colpito) a dare man forte. ”Aspetto di avere maggiori dettagli sulla ricostruzione – ha concluso La Russa – e ho chiesto a questo proposito un rapporto dettagliato”.
”La versione sulla morte di Matteo Miotto non è cambiata, è stata solo integrata”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, tornando sulle sue dichiarazioni. ”E’ stato ucciso da un cecchino – ha affermato – solo che questo cecchino non ha sparato un solo colpo, ma diversi colpi. Si può pensare che non fosse solo, anzi è probabile che ci fossero altri 4/5 uomini di copertura, ma è possibile che a sparare da lontano sia stato soltanto lui”. ”Ho informato dell’integrazione della dinamica il papà di Matteo”, ha proseguito. ”Per altro – ha concluso il ministro – l’inchiesta non è completata anche se non credo che emergeranno altre novità”.
”Sono stato informato poco fa dal comandante in Afghanistan di Matteo delle novità sulla morte di mio figlio”, ha detto all’Ansa Franco Miotto, il padre di Matteo. Secondo quanto riferito dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, comunque, in tarda serata lo stesso ministro ha parlato direttamente con il padre di Miotto. ”Ero in attesa di sapere prima e resto in attesa ora – conclude Franco Miotto -. Speriamo che sia l’ultima”.