“In Afghanistan ci sono troppi disertori tra le forze militari locali”. Lo dice al “Corriere della Sera” Carmelo Burgio, responsabile dell’addestramento dei soldati afghani. “Un anno fa i casi in certe unità superavano il 90%. Oggi siamo scesi al 50%”. Un bilancio che, seppur in costante miglioramento, descrive uno scenario comunque preoccupante.
Alla base delle diserzioni, secondo Burgio, la corruzione: “Un agente troppo povero è inevitabilmente vittima della corruzione – racconta a Lorenzo Cremonesi il militare – Se poi non è neppure in grado di individuare le targhe delle auto o leggere i rapporti interni la sua inefficienza è praticamente assicurata”.
Povertà e analfabetismo. Questi i veri nemici della missione italiana a Kabul. “Già nel novembre scorso – confessa il generale – mi sono impegnato perché gli stipendi venissero elevati a 167 dollari. Ancora poco, ma meglio di prima. Subito dopo abbiamo avviato corsi intensivi di alfabetizzazione”.