Afghanistan, il Washington Post: “Avviati negoziati segreti tra governo e talebani”

Rappresentanti dei talebani e del governo del presidente Hamid Karzai hanno avviato colloqui segreti ad alto livello per giungere a una fine negoziata del conflitto in Afghanistan. Lo riferisce il Washington Post nella sua edizione on line, citando fonti afghane e arabe. I colloqui fanno seguito a incontri ospitati dall’Arabia Saudita e terminati senza esito oltre un anno fa.

Le fonti del giornale, pur sottolineando il carattere preliminare dei contatti in corso, ritengono che per la prima volta i rappresentanti dei miliziani islamici abbiano un pieno mandato a parlare a nome della Shura (Consiglio) di Quetta e del suo leader, il mullah Mohammad Omar. La Shura di Quetta è quanto resta del governo dei talebani rovesciato dagli americani con l’operazione Enduring Freedom, cominciata il 7 ottobre 2001, e riparato in Pakistan.

I Talebani, ha detto al WP una fonte vicina ai negoziati, ”sono molto, molto seri nel voler trovare una via di uscita”. Anche se – aggiunge il giornale – gli uomini del mullah Omar hanno a lungo insistito pubblicamente che negoziati erano impossibili finché tutte le truppe straniere non si fossero ritirate dall’Afghanistan, alcune fonti hanno rivelato che la Shura di Quetta ha cominciato a considerare la possibilità di un accordo globale in base al quale alcuni esponenti talebani entrerebbero nel governo, mentre le truppe Usa e della Nato si ritirerebbero in base a un calendario concordato.

La leadership di Quetta sa ”che sta per essere scavalcata”, ha detto la fonte. ”Sanno che elementi più radicali si fanno avanti nei loro ranghi, al di fuori del loro controllo… E ciò li rende sicuri che, al di là dei loro successi nel conflitto, non sono in una posizione vincente”.

Le discussioni con gli esponenti della Shura di Quetta – affermano ancora le fonti del WP – non includono il clan degli Haqqani, una fazione che è stata nel mirino della recente escalation di attacchi di droni americani nelle zone tribale del nord ovest del Pakistan, in particolare nel Nord Waziristan.

Anche fonti europee sono citate dal WP come coinvolte in qualche maniera nei negoziati in corso, che, secondo pareri concordanti, giungono mentre si registra un cambiamento da parte dell’amministrazione del presidente Barack Obama a riguardo: solo di recente – hanno rilevato le fonti – Washington si è mostrata aperta a trattative piuttosto che avversarle. ”Non avevamo consenso e c’erano alcuni (tra gli americani) che pensavano di poterlo fare militarmente”, ha detto una delle fonti europee.

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Maria Elena Perrero