Per Walter Litvinenko è stato un passo difficile, ma necessario. Lui è il padre di Alexander Litvinenko, spia del Kgb assassinato a Londra nel 2006 con il polonio 210. Secondo quanto racconta il “Guardian”, da quel giorno in cui suo figlio fu misteriosamente avvelenato, ha deciso di scappare dalla Russia e rifugiarsi in Italia, per scampare ad un destino simile a quello di Alexander. Ma anche qui, dove da due anni risiede nelle Marche, a Senigallia, dice di essere perseguitato. E racconta che il governo italiano, pur di non ledere i buoni rapporti con la Russia, non vuole concedergli l’asilo.
Non solo. Sempre secondo quanto racconta il “Guardian”, Litvinenko con la sua famiglia aveva aperto un ristorante a Rimini ma sembrerebbe che ha dovuto chiudere perché le autorità non gli hanno rilasciato le autorizzazioni . Ora, dice, lui e la sua famiglia hanno finito i soldi e non sanno come pagare nemmeno l’affitto. Per Litvinenko l’origine di tutto è da ricercare nella volontà di Silvio Berlusconi di non rovinare il buon rapporto tra l’Italia e il primo ministro russo Vladimir Putin. “Siamo vittime di un gioco politico», sostiene.
Un portavoce di Berlusconi ha però insistito che i buoni rapporti del premier con Putin non hanno niente a che fare con le decisioni in merito alla famiglia Litvinenko. “Con le richieste di asilo – sostiene – in particolare da parte di paesi come la Russia, ci sono procedure europee che l’Italia segue. Non ha nulla a che fare con i rapporti personali tra i leader e nulla a che fare con la politica”.
