La Giuria è convocata per domani, martedì 31 maggio. I sette giurati nella Contea di Fairfax, Virginia, Usa sono chiamati ad emettere sentenza in un processo che tale è stato ma è stato qualcosa di più, e in fondo anche di diverso, di un processo per diffamazione, vera o simulata. Mentre si stabilirà , per via di sentenza di Una Corte, chi ha mentito e chi no, si dirà anche, in via tanto indiretta quanto massiccia, chi è il “cattivo” tra due eterni personaggi della tragicommedia umana: il marito o la moglie?
Il marito e la moglie, Heard e Depp gli attori
Amber Heard e Johnny Depp sono gli attori, i personaggi sono però il Marito e la Moglie. Il processo è certamente un processo su specifiche accuse (reciproche), però la sceneggiatura è globale ed eterna, tanto quanto la letteratura, alta e bassa per così dire, sul matrimonio. E’ lui, il maschio, l’uomo, il marito che offende, umilia, percuote lei, la donna, la femmina, la moglie? O è lei che approfitta, inventa, spilla soldi a lui? Nel dibattimento e sentenza in quella Corte della Virginia la risposta riguarda certo la vita e la storia di due e solo due che sono stati marito e moglie, Heard e Depp appunto. Ma nel seguire, interessarsi o anche solo orecchiare di questo processo per milioni e milioni e milioni di altri umani si è acceso un sentimento che non è solo curiosità . E neanche solo partecipazione al gossip, planetario e squadernato di cosa accadeva in camera da letto e perfino in bagno nella casa di una coppia iper nota. C’è stato tra gli spettatori di questo film proiettato su scala mondiale altro e diverso emozionarsi, quello del tifo.
Tifo di genere
Tifare, prima d’istinto e poi di ragione che l’istinto va a soccorrere. Tifare per la storia che piace di più, per la storia che piace tanto da voler sia quella vera. Tifare per la storia della donna umiliata, minacciata, spaventata, picchiata. E quindi tifare per la donna che non subisce più, denuncia e ristabilisce giustizia. Tifare per la Moglie che vince in nome e per conto di tutte le mogli della storia umana per millenni e ancora oggi trattate come sub umanità . Oppure tifare per la storia dell’uomo che, nonostante l’ormai imperante sospetto culturale nei confronti del maschio, si oppone a che la sua vita sia infamata e rovinata e si oppone svelando che lei mente e mente sia per odio che, soprattutto per soldi. E così, inevitabilmente attratti dallo scivolamento dolce sul piano inclinato, inclinatissimo, ci si porta all’incrocio tra lo stereotipo e la favola, tra il luogo comune e il mito e si arriva a tifare per genere. I maschi tifano, sentono di doverlo fare, contro la Strega. Le donne tifano, sentono di doverlo fare, contro l’Orco.