Arabia Saudita, nega esistenza Dio: 2mila frustate, 10 anni di carcere

L’uomo frustato

RIAD – Ateo in Arabia Saudita vuol dire terrorista, guardate nel video cosa gli capita e consolatevi: da noi una volta, e spesso dopo atroci torture, venivano condannati al rogo e i loro beni confiscati. Un crudele sterminio di persone innocenti, tra cui – appunto – atei e oppositori politici.

In Arabia Saudita non si parla di rogo ma nei giorni scorsi, c’è stata l’ennesima punizione esemplare: un tribunale ha condannato un uomo a duemila frustate e dieci anni di prigione accusandolo, scrive il Daily Mail, di aver ridicolizzato il Corano e negato l’esistenza di Dio su Twitter.

Alla faccia dei principi sulla libertà religiosa e di coscienza, sanciti anche dall’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: il 28enne, di cui non si conosce l’identità, è stato arrestato dopo che la polizia ha scoperto oltre 600 tweet dove professava il proprio ateismo. A seguito delle leggi introdotte due anni fa, l’ateismo ora viene bollato come “terrorismo”: malgrado ciò, l’uomo ha confessato che le dichiarazioni fatte su Twitter riflettevano il suo credo e che aveva il diritto di esprimere le proprie idee.

Il giovane, su Twitter, additava i profeti come bugiardi, affermava che l’insegnamento della religione non fa che alimentare odio e negava l’esistenza di Dio. Come riporta il Sun, è stato anche multato di circa 5.000 euro. Quando la legge sull’ateismo venne approvata, Joe Stork, deputato e direttore del gruppo “Human Rights Watch” commentò:

“Le autorità saudite non hanno mai tollerato il criticismo, ma le recenti legge non faranno che trasformare qualsiasi critica o associazione indipendente in un atto di terrorismo o crimine”.
Con un decreto approvato da Re Abdullah, deceduto lo scorso anno, le autorità hanno ottenuto il potere di fronteggiare i dissidenti politici, incluse le proteste che potrebbero portare “disordine pubblico”.  L’articolo Uno di questa nuova  legge, definisce terrorismo “il pensiero ateo in qualunque forma, la messa in discussione dei fondamenti della religione islamica, che è la base di questo paese”.

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Lorenzo Briotti