L’ex generale Reynaldo Bignone, l’ultimo dittatore dell’Argentina, è stato ieri condannato a 25 anni di carcere per il suo ruolo nel sequestro, nella tortura e nell’uccisione di decine di oppositori durante il passato regime militare (1976-1983). La sentenza è stata emessa da un tribunale di San Martin, località in provincia di Buenos Aires.
Bignone oggi ha 82 anni ma la corte gli ha revocato gli arresti domiciliari ed ha disposto che sconti la sua pena in carcere. Per gli oltre 50 capi di imputazione relativi alle atrocità commesse tra il 1976 ed il 1978 nella famigerata base militare di Campo de Mayo, all’estrema periferia della capitale, il maggior centro di torture e di eccidi del Paese durante la dittatura, con Bignone sono stati condannati a 25 anni anche gli ex generali Santiago Omar Riveros e Fernando Verplatsen.
A Carlos Tepedino, Osvaldo Garcia e Eugenio Perello, gli altri imputati, sono stati inflitti 20, 18 e 17 anni rispettivamente. Bignone venne designato dopo il disastro della guerra per le Falkland-Malvine con la Gran Bretagna. Quando era al potere varò una legge che avrebbe dovuto impedire che i militari fossero giudicati per le loro azioni.
Prima della sentenza, l’ex generale, come del resto hanno fatto altri suoi colleghi processati, ha ribadito che “nessuno può dubitare che in quel periodo era in corso una guerra”. Alla lettura del verdetto, alcuni familiari di ‘desaparecidos’ che hanno assistito al processo hanno applaudito e esultato. “Non può aspettarsi altro chi ha commesso tante atrocità”, ha detto il sottosegretario per i diritti umani, Eduardo Luis Duhalde dicendosi “soddisfatto” per la condanna. Soddisfatta anche la presidente delle Nonne di Plaza de Mayo, Estela Carlotto, la cui organizzazione viene data come una possibile candidata al Premio Nobel per la Pace.
“La giustizia si è fatta attendere parecchio ma alla fine per fortuna è arrivata”, ha detto. I legali di Bignone hanno fatto sapere che con ogni probabilità presenteranno ricorso in appello non solo contro la sentenza ma anche contro la revoca degli arresti domiciliari all’anziano ex generale. Durante gli anni della dittatura militare e la ‘guerra sporca’ contro gli oppositori dei generali al potere, oltre 11 mila persone sono state uccise o risultano a tutt’oggi scomparse.
Bignone è stato l’ultimo dei ‘presidenti’ con le stellette ed è il solo sopravvissuto assieme a Jorge Rafael Videla, l’autore del ‘golpe’ del 1976, che dopo essere stato condannato all’ergastolo nel 1985 venne amnistiato cinque anni dopo dall’allora presidente Carlos Menem.