BUENOS AIRES – L’ex presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner è accusata di aver fatto parte di una rete illegale che pilotava l‘assegnazione dei lavori pubblici per favorire il costruttore Lazaro Baez, che era in realtà il suo socio occulto e riciclava una parte dei finanziamenti pubblici attraverso aziende fantasma in vari paradisi fiscali.
Secondo l’atto di accusa presentato dal giudice Julian Ercolini, l’associazione illecita sarebbe emersa pochi giorni dopo l’elezione del marito di Cristina, Nestor Kirchner, nel 2003, quando Baez (fino ad allora un oscuro impiegato bancario di Santa Cruz, la provincia della Patagonia governata da Kirchner) creò la Austral Construcciones.
Questa azienda si vide poi assegnare l’82% dei lavori pubblici a Santa Cruz, grazie all’appoggio datogli dall’amministrazione federale, attraverso due responsabili anch’essi imputati: Julio De Vido, ministro di Pianificazione Federale dal 2003 al 2015, e José Lopez, segretario ai Lavori Pubblici durante lo stesso periodo, che corrisponde con la presidenza di Nestor Kirchner e i due mandati successivi di Cristina Fernandez de Kirchner.
Baez è stato arrestato ed imputato di riciclaggio nell’aprile scorso, dopo la diffusione di un video nel quale di vedeva uno dei suoi figli e il suo ragioniere mentre contavano milioni di dollari in contanti in una finanziaria di Buenos Aires. Lopez, a sua volta, è stato arrestato a giugno, mentre cercava di nascondere 8 milioni di dollari in un monastero di Buenos Aires.
Secondo diverse inchieste giornalistiche pubblicate durante gli ultimi quattro anni, Baez era in realtà il socio occulto dei Kirchner, e in cambio dell’assegnazione dei contratti per lavori pubblici (che lo hanno fatto diventare uno degli imprenditori più ricchi del Paese) versava fondi illeciti alla famiglia presidenziale attraverso affitti fittizi, affari immobiliari e circuiti di riciclaggio in diversi paradisi fiscali.
Cristina Kirchner ha sempre negato queste ipotesi di reato, sostenendo che non è mai mai stata né socia né amica di Baez e denunciando essere vittima di un linciaggio mediatico orchestrato dal gruppo Clarin e, indirettamente, dal suo successore alla Casa Rosada, Mauricio Macri.