Argentina alla guerra degli audiovisivi: in vigore la nuova legge sui media

Il presidente dell'Argentina Cristina Fenandez de Kirchner

Ormai l’hanno ribattezzata la guerra dei media e del kirchnerismo, ora la legge sui media è entrata in vigore. Dopo un anno da quando è passata al parlamento argentino,  il governo argentino della presidente Cristina Fernandez de Kirchner la può sbandierare come una sua vittoria.

Opposizione e gruppi editoriali consideratisi danneggiati hanno provato a più riprese a bloccarla, ma l’esecutivo ha portato la legge alla fine. Si tratta di una  riforma del settore, sia in ambito televisivo che radiofonico e lo ‘spazio’ sarà diviso così: una parte allo Stato, una ai privati e una alle organizzazioni sociali senza fini di lucro.

Le frequenze radiotelevisive in chiaro di una stessa società si riducono da 24 a 10, inoltre un’impresa che ha un canale televisivo in chiaro non può più offrire un servizio via cavo nella stessa zona. Le società che non rispettano questa norma avranno un anno per liberarsi delle concessioni in eccesso, come pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Da un lato c’è la Kirchner schierata a detta sua contro i monopoli, dall’altro l’opposizione che teme ancora più controllo sui media per colpire il colosso editoriale argentino Clarin.

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