Oggi si commemora il 95/o anniversario dei massacri di armeni avvenuti tra il 1915 ed il 1917 ai tempi dell’impero ottomano. Molte le iniziative nel mondo, dalla Turchia (dove è stato infranto il tabù delle celebrazioni) a Cipro. Decine di migliaia di armeni hanno inoltre sfilato nella capitale Ierevan. Un lungo corteo si è diretto al monumento alle vittime sulla sommità di una collina nella città ponendo tulipani rossi e garofani bianchi al memoriale. Nel corso della cerimonia il presidente armeno Serge Sarkissian ha detto che il riconoscimento da parte della comunità internazionale del genocidio è inevitabile.
Un ricordo di quegli atroci episodi è arrivato anche dal presidente degli Usa, Barack Obama che, però, non ha parlato mai di “genocidio”, per non irritare ulteriormente la Turchia. Obama ha commemorato la strage degli armeni del 1915 definendola “una delle peggiori atrocita’” del ventesimo secolo. Il presidente americano in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca ha definito la strage “un capitolo devastante” nella storia armena di cui si deve serbare memoria ” affinche’ non si ripetano gli stessi gravi errori del passato”.
Turchia. Infranto in Turchia un tabù quasi secolare: oggi, per la prima volta, un gruppo di intellettuali e attivisti turchi per i diritti umani hanno commemorato a Istanbul il 95/o anniversario dei massacri degli armeni tra il 1915 ed il 1917 ai tempi dell’impero ottomano. La questione è scabrosa perché l’Armenia sostiene che sia sia trattato di un “genocidio” di quasi un milione e mezzo di individui, tesi respinta da Ankara secondo cui gli armeni morti a causa della guerra civile che insanguinò all’epoca la regione sono stati al massimo tra i 300.000 e i 500.000.
La succursale di Istanbul dell’Associazione per i diritti Umani (Ihd) ha organizzato un sit-in – cui hanno partecipato un centinaio di attivisti – sui gradini della stazione ferroviaria di Haydarpasha, nella metropoli sul Bosforo, dalla quale il 24 aprile 1915 partì il primo treno con a bordo 220 deportati armeni, per lò più intellettuali, artisti e scrittori. Sotto l’occhio vigile della polizia, i dimostranti sono rimasti pacificamente seduti sulla gradinata della stazione scandendo slogan come “Mai più ” e innalzando gigantografie in bianco e nero di alcuni dei deportati armeni. Gli agenti sono comunque intervenuti per tenere a distanza un gruppo di contro-dimostranti – tra i quali molti ex diplomatici – che, sventolando la bandiera turca, inveivano contro i primi. Tra la metà degli anni ’70 e i primi degli anni ’90, ben 42 diplomatici turchi di vario rango sono stati uccisi in attentati messi a segno da militanti dell’Asala, l’Esercito segreto per la liberazione dell’Armenia.
Cipro. Anche a Nicosia (Cipro), come nelle maggiori città europee dove vive una comunità armena, tra ieri ed oggi si stanno svolgendo varie manifestazioni per commemorare il 95/o anniversario dei massacri degli armeni avvenuti fra il 1915 ed il 1917 ai tempi dell’Impero ottomano. Massacri che per gli armeni dovrebbero essere definiti “genocidio” in quanto vi sarebbero morte circa un milione e mezzo di persone. Ma Ankara ha sempre respinto tale definizione in quanto sostiene che i morti armeni in quel periodo sono stati al massimo tra i 300.000 e i 500.000 e, comunque, causati da una guerra civile e non da uno sterminio premeditato.
Gli armeni vivono su quest’isola mediterranea da secoli ma l’attuale comunità – ufficialmente circa 2.700 persone sparse tra Nicosia, Larnaca e Limassol – deriva proprio dagli emigrati dall’Anatolia ai tempi del massacri. Ma, secondo dati non ufficiali, numerosi immigrati arrivati di recente dall’Armenia avrebbero portato la comunità a contare circa 3.500 unità. Ieri sera centinaia di giovani armeni si sono radunati nella centrale Elefteria Square (Piazza della Libertà) a Nicosia da dove sono andati poi in silenzioso corteo sino ad Armenia Street dove è stata celebrata una solenne messa di suffragio per le vittime dei massacri davanti al Monumento al Genocidio. Stasera, invece, in un auditorium di Nicosia, vari politici pronunceranno discorsi in ricordo dei tragici fatti di 95 anni fa. Tra loro anche Marios Garoyan, l’armeno più importante di Cipro, che ricopre la carica di presidente del Parlamento.
