ROMA – James Stavridis, un ex comandante Nato, ha descritto la tecnologia ormai avanzata delle armi biologiche di distruzione di massa, che possono diffondere malattie mortali come Ebola e Zika e spazzare via fino ad un quinto della popolazione mondiale. Secondo Stavridis, questo tipo di armi potrebbero essere usate da gruppi terroristici o, ancora “più allarmante, dalle cosiddette nazioni canaglia” e potrebbero portare ad epidemie letali “non molto diverse dall’influenza spagnola” di un secolo fa.
Su Foreign Policy, Stavridis ha scritto: “In quell’epidemia, fu contagiato il 40% della popolazione mondiale, con un tasso di mortalità che oscillava tra il 10 e il 20% il che, attualmente, vorrebbe dire più di 400 milioni di morti”. E ha aggiunto: “La cosa più allarmante è l’accesso a questo tipo di armi da parte di gruppi terroristici o nazioni poco corrette, che userebbero i dispositivi per creare delle armi biologiche di distruzione di massa”.
Lo scorso anno, un report della UE insinuò che l’Isis avesse reclutato degli esperti per portare avanti una guerra con l’Occidente, usando armi chimiche e biologiche: “I cittadini europei non prendono in considerazione questo tipo di minaccia, che potrebbe essere radioattiva, chimica o biologica e che potrebbe arrivare da gruppi estremisti”.