Il cargo russo Artic Sea, ritrovato a metà agosto al largo di Capo Verde a oltre due settimane dalla sua misteriosa scomparsa, trasportava armi di contrabbando: lo sostiene il tabloid Moskoski Komsomolets citando proprie fonti non meglio specificate.
Il giornale precisa che mittente e destinatario del carico restano ignoti. I pirati (due russi, quattro estoni e due lettonii), secondo la testata, sarebbero stati arruolati dai servizi segreti di un Paese membro della Ue per dirottare la nave con l’obiettivo non di ricattare politicamente la Russia ma con ogni probabilità di impossessarsi delle armi contando sul fatto che l’armatore non avrebbe sollevato clamore.
I pirati, sempre secondo il tabloid, sarebbero stati tenuti all’oscuro della natura della merce e incaricati di trasportare la nave in un determinato punto. Il piano sarebbe stato mandato all’aria da un sms mandato da uno dei quindici marinai dell’equipaggio, tutti russi.
Secondo fonti dei servizi segreti citati dal giornale, non è raro l’impiego di persone estranee ai servizi stessi per compiere una missione: in caso di successo ottengono un compenso, in caso diverso vengono “scaricati”.
Tra le presunte stranezze dell’inchiesta, la denuncia di alcuni famigliari dei marinai sull’impossibilità di contattare i propri cari dopo il loro rimpatrio e la mancata consegna del carico di legname pregiato all’Algeria da parte del cargo, scortato dalla marina russa con destinazione NoviRossisk, nel Mar Nero. La nave batteva bandiera maltese mentre l’armatore era finlandese.