La barba nell’Egitto post-Mubarak: un simbolo religioso per la libertà

IL CAIRO – Da qualche mese la barba va di moda in Egitto. Dopo gli anni del divieto sotto il regime laico di Hosni Mubarak, la barba – simbolo di appartenenza comunitaria e religiosità – fa un grande ritorno nelle strade della capitale africana e nella società egiziana.

Nella maggior parte delle culture, la barba non è solo questione di moda. Come altri elementi corporali, questa riveste invece diversi significati culturali. Nella storia romana è esistita una barba dei filosofi, simbolo di una vita improntata alla ricerca della verità e non piegata alle convenzioni della maggioranza. Nel Medioevo la barba diventava simbolo di virilità e di onore, come nel caso del re dei Franchi Carlo Magno, spesso chiamato il re dalla «barba fiorita».

Nel Cairo di oggi la barba rappresenta un segnale sociale, un silenzioso indicatore che rivela la religiosità della persona. I membri dei Fratelli Musulmani, il movimento islamista da due anni al potere in Egitto, portano la barba lunga ma curata e ben spazzolata. Invece i salafisti, musulmani ultraconservatori, portano una barba lunga ed incolta ma senza baffi: la tradizione vuole che questo modello di barba fosse quello portato dal profeta Maometto 1400 anni fa. Alcuni salafisti spingono la cura nei confronti della propria persona ancora più lontano e, in un gesto di apparente civetteria, si tingono la barba con una tintura all’henné, con colori che spaziano dal marrone all’arancione chiaro.

La profusione di barba, curate o incolte, moderate o fondamentaliste, rappresenta una novità rilevante nell’Egitto di oggi. Nei lunghi anni del regime dittatoriale, laico ed in conflitto con i movimenti islamisti di opposizione, Mubarak vietò la barba tutti gli impiegati del governo, dai poliziotti ai piloti di aerei, dagli amministratori agli inservienti.

La legge anti-barba esiste tutt’oggi nell’Egitto post-Mubarak. Ma ora che sono al governo i partiti islamici una volta all’opposizione, quel divieto rappresenta il simbolo di anni di repressione. Molti impiegati statali chiedono al nuovo presidente Mohammed Morsi, membro dei Fratelli Musulmani, di revocare l’antica proibizione. Morsi sfoggia una bella barba curata e non dovrebbe opporsi a queste ragionevoli richieste.

Ma la barba non è solo simbolo di libertà nell’Egitto. La barba di Morsi, nella fattispecie, è già diventata, per gli oppositori, un simbolo della sua propensione autoritaria. Negli ultimi mesi, le proteste anti-governo si sono susseguite al Cairo. Uno degli slogan più cantati diceva: «Se rasi la barba di Morsi / sotto ci trovi Mubarak!».

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fmontorsi