La sentenza della Cassazione che ha stabilito che gli aspiranti genitori che si dimostrano ‘razzisti’ dichiarando di preferire bambini di una determinata etnia, non sono idonei alle adozioni internazionali è “assolutamente corretta”: ne è convinta Barbara Palombelli, mamma di quattro figli, tre dei quali adottati, che oggi hanno 17, 20 e 22 anni.
“L’adozione – spiega la giornalista all’Ansa – è un percorso molto difficile, lungo, a volte anche drammatico. E’ importante che vi accedano coppie con una mentalità molto aperta, ci vuole una grande disponibilità, bisogna essere pronti a superare tante difficoltà”. Nel 2009 sono stati adottati circa 4000 bambini stranieri, ma le domande sono state tre volte superiori a questa cifra. I paesi da cui provengono la maggior parte dei bambini sono Etiopia, Colombia, Russia e Brasile.
Ma la burocrazia è ancora un grosso ostacolo: i tempi sono molto lunghi e una coppia può aspettare anche fino a cinque anni, nonostante abbia tutti i requisiti in regola. Ora, in base alla sentenza della Cassazione, i genitori dovranno semplicemente dichiarare la loro disponibilità per un bambino chiunque esso sia.
“E’ come per la maternità naturale – spiega Barbara Palombelli -: non sappiamo se nostro figlio sarà bello o brutto, alto o basso. L’adozione non è un obbligo. Occorre una grande apertura. Non è come fare la spesa al supermercato”. Sposata due volte con Francesco Rutelli (la prima con rito civile nel 1982, la seconda in chiesa nel 1995), Barbara Palombelli, giornalista, scrittrice e conduttrice, è sempre stata molto riservata sul suo privato, tenendo la famiglia lontana dai riflettori. Oltre al primogenito Giorgio, nel 1993 si è aggiunto Francisco, che la coppia ha adottato in Ecuador, e poi due ragazze romane, Monica e Serena.
