NEW YORK – A proposito di finanza “creativa” New York non teme confronti. Vanno a ruba i pezzi della “Bernie Madoff collection”, scampoli dei pantaloni del super truffatore, riciclati come porta iPad. Si vendono al prezzo di 500 dollari l’uno. Un certificato di autenticità garantisce che il materiale non sia preso da comunissimi pezzi di stoffa Ralph Lauren disponibili negli armadi di qualche migliaio di persone. No, quelli hanno il bollino blu e la denominazione di origine controllata: sono stati acquistati all‘asta che nel novembre del 2010 mise in vendita tutti i beni di Madoff, dalle auto ai quadri fino ai pianoforti. Lo stilista Frederick James era più interessato al guardaroba del finanziere che per un secolo e mezzo almeno starà fuori dalla circolazione. Quell’asta fruttò un po’ meno di un milione di dollari. I “chinois” arancioni, blu e verdi che il vecchio Bernie usava per giocare a golf facevano parte degli ultimi lotti disponibili.
Chissà se Frederick James intuì al primo istante che da quei pantaloni poteva estrarre pezze colorate per avvolgere e proteggere l’accessorio tecnologico più a la pàge del momento. Fatto sta che adesso rivaleggia con le custodie di iPad in cachemire gessato della Office o quelli in loden prodotti dalla Lodge. Vestire con “Bernie Madoff collection” il proprio iPad permette di soddisfare sottili impulsi feticisti e contestualmente suggerire legami simbolici con la scottante realtà attraversata da perverse correnti finanziarie. Una specie di micro-installazione d’arte contemporanea tascabile, a partire da 250 dollari fino a 500. Praticamente il prezzo di un altro iPad.
