BANGKOK, 16 NOV – Cinque monaci birmani stanno tenendo da ieri una protesta pacifica in un monastero di Mandalay, nel nord del Paese, chiedendo al governo il rilascio immediato dei prigionieri politici e la fine dei conflitti con le milizie etniche, con un'iniziativa che ha richiamato sul posto alcuni centinaia di sostenitori e finora è stata tollerata dalle autorità.
Guidati da Ashin Sopoka, un monaco già attivo nella dissidenza in passato e da poco ritornato nel Paese dopo un periodo trascorso in esilio in Germania e in Thailandia, i monaci hanno dichiarato di voler continuare la loro protesta fino a venerdì, se nel frattempo non verrà messa in pratica un?amnistia per i prigionieri che era attesa per questa settimana, dopo la raccomandazione in tal senso al governo di Thein Sein da parte della neonata Commissione nazionale per i diritti umani.
I monaci si sono barricati ieri nel monastero di Maha Mya Muni, esponendo alcuni striscioni con le loro rivendicazioni in birmano e in inglese. Circa 500 persone si sono radunate all?esterno del complesso, rifornendo di cibo i religiosi ed esprimendo il loro appoggio. Le autorità hanno tagliato la luce all?edificio per qualche ora, ma non sono intervenute fisicamente per disperdere la folla. Alcuni anziani del monastero hanno poi convinto i monaci "ribelli" a spostare la loro protesta verso un altro monastero, il Ma Soe Yein.
Si tratta delle prime proteste del genere dopo quelle del settembre 2007, quando una serie di manifestazioni di monaci culminò nella rivoluzione di zafferano soppressa poi con la forza dall?esercito. Nell'ultimo anno il nuovo governo civile di Thein Sein ha introdotto alcune timide misure distensive – tra cui il rilascio di alcune centinaia di prigionieri politici – scegliendo la via del dialogo con la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, che secondo il suo portavoce è probabile si candidi il prossimo mese in elezioni suppletive per il Parlamento.