Birmania. Scontri a fuoco alla frontiera con la Thailandia tra esercito e ribelli Karen

Scontri a fuoco tra l’esercito birmano e la fazione fedele a un generale ribelle di etnia Karen sono scoppiati questa mattina a Myawaddy, alla frontiera con la Thailandia, costringendo almeno mille persone a rifugiarsi oltre confine e provocando, secondo fonti raccolte dai siti dell’informazione della diaspora birmana, alcuni morti. Le sparatorie vengono segnalate ancora in corso, mentre nel resto del Paese si attendono i risultati delle elezioni tenutesi ieri.

I combattimenti coinvolgono dei ribelli Karen che seguono il generale Na Kham Mwe, un dissidente del “Democratic Karen Buddhist Army” (Dkba) che dall’anno scorso non ha accettato la decisione del movimento di entrare a far parte delle “Guardie di confine”, il nuovo corpo istituito dalle forze armate birmane nel tentativo di inglobare diversi gruppi ribelli etnici attivi lungo tutto il confine orientale.

Il Dkba, al contrario del “Karen Nationalist Liberation Army” (la cui dirigenza è in gran parte cristiana) da cui si staccò negli anni Novanta, nel 1994 strinse un accordo di cessate il fuoco con il regime. Dopo un’iniziale presa di alcune postazioni logistiche ieri, i ribelli (un migliaio, secondo il loro generale) hanno ingaggiato oggi intensi scontri con le forze birmane, con alcuni colpi di mortaio che sono caduti anche in territorio thailandese, alla periferia della città di Mae Sot; alcune immagini mostrano anche agenti della polizia birmana in fuga nei campi.

La violenza ha spinto gli abitanti di Myawaddy ad attraversare il ponte che porta a Mae Sot: mentre alcuni testimoni parlano di 5 mila persone, l’Onu ha spiegato che sono un migliaio. Il sito Irrawaddy, citando una fonte di polizia, parla di almeno due morti, oltre a tre feriti dalla parte thailandese. I ribelli hanno intanto preso il controllo del ponte al confine, un valico che le autorità birmane avevano chiuso senza spiegazioni lo scorso luglio.

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