Secondo la polizia, in periferia l’auto ha avuto un guasto e il gruppo ha chiamato un carro attrezzi dell’autonoleggio. Mentre aspettavano su un vialone deserto, due individui in bicicletta, tra i quali un adolescente, li hanno minacciati con una pistola e si sono fatti consegnare denaro, orologi e altri oggetti di valore.
Al momento di fuggire, forse per un gesto di reazione di uno degli italiani, i due hanno sparato più volte colpendo Paparone, che è spirato prima che arrivasse l’ambulanza chiamata da una pattuglia di polizia giunta in soccorso. Gli agenti si sono poi messi alla caccia dei malviventi, che sono stati catturati poco dopo e hanno confessato il delitto.
Uno dei due ha 20 anni e si chiama Kilmar Santana de Lima, lo riferisce il sito locale ‘O Povo on line’, precisando che la confessione é avvenuta durante l’interrogatorio cui è stato sottoposto dalla polizia nella sede del commissariato per la protezione del turista (Dpt). Secondo lo stesso sito, però, fonti della polizia hanno segnalato che i due amici che si trovavano con Paparone hanno riconosciuto come autore dello sparo un ragazzo di 17 anni che di trovava con Santana de Lima. Appunto per questo, il Dpt è in attesa del risultato degli esami cui sono stati sottoposti i due giovani, per determinare chi sia l’assassino.
Paparone doveva rientrare in Sicilia domenica. Giuseppe Paparone doveva rientrare domenica prossima a Buccheri, il piccolo centro in provincia di Siracusa dove vivono gli anziani genitori, uno dei due figli con la moglie (dalla quale era separato da tempo) e l’unica sorella per festeggiare il suo 53/mo compleanno. Lo ha detto questa sera all’Ansa Sebastiano Trigila, 50 anni, dipendente della Forestale, cognato dell’uomo ucciso in Brasile.
“Aspettavamo Giuseppe la prossima settimana – ha spiegato – al rientro dal Brasile e dopo aver tappa a Zurigo. Ci stavamo preparando tutti in famiglia per festeggiarlo. Poi, invece, questo pomeriggio abbiamo ricevuto la telefonata da Francesco, il figlio che vive e che lavorava con lui in Svizzera nell’officina di famiglia, che ci ha informato di quello che era accaduto”. Giuseppe Paparone era rientrato a Buccheri l’ultima volta a Natale dello scorso anno.
“Quando poteva faceva una scappata per venirci a trovare – ha raccontato ancora il cognato -. Era andato via da Buccheri giovanissimo, ad appena 17 anni. In Svizzera praticamente aveva costruito la sua vita. Era comunque legatissimo a tutti noi, ai suoi genitori, ai suoi due figli. Col più piccolo, Dario che ha 21 anni che alcuni anni fa è rientrato a Buccheri assieme alla mamma e che lavora in una officina di Ragusa, mio cognato aveva un rapporto assai stretto ed intenso. Giuseppe era un tipo dinamico, intraprendente, molto energico – ha aggiunto Sebastiano Trigila – Nel lavoro riversava grandissime energie ed entusiasmo ed aveva un obiettivo: quello di migliorarsi sempre di più. Adesso stava provando anche a costruirsi una casa a Fortaleza, in Brasile, un luogo che gli era piaciuto molto dopo che degli amici lo avevano invitato”.
A Buccheri oltre al figlio ed agli anziani genitori (la madre é sofferente) vive anche l’unica sorella di Giuseppe Paparone. I familiari di Giuseppe Paparone hanno adeciso di avviare, non appena sarà possibile, le pratiche per il rientro in Sicilia della salma. “Vogliamo – ha concluso Sebastiano Trigila – che Giuseppe riposi per sempre qui a Buccheri”.