Bue clonato da un orecchio del padre, è il campione della fiera del bestiame dell’Iowa

Nell’America che si interroga sugli alimenti Ogm e sull’arrivo di animali clonati nella catena alimentare, un bue clonato dall’orecchio del ‘padre’ ha vinto il primo premio alla fiera del bestiame dell’Iowa. ‘Doc’, un manzo da sette quintali, è la ‘fotocopia’ di un altro ‘campione’ premiato nel 2008.

I due animali sono stati esibiti nel corso della 4H Market Beef Competition. La State Fair dell’Iowa è una sorta di passerella degli Oscar per maiali, cavalli, buoi, mucche, tori, polli e altri animali da fattoria. Fino ad oggi non c’erano regole contro l’esibizione di animali clonati alle competizioni agricole. Ma i giurati che hanno dato a ‘Doc’ la palma della vittoria hanno saputo solo a cose fatte che il giovane manzo era il frutto di un esperimento riproduttivo di avanguardia.

I due cloni appartengono a Tyler e David Faber di Sioux City in Iowa. I Faber sono a capo di TransOva Genetics, una società che esplora nuove tecniche riproduttive nel bestiame in joint venture con ViaGen, strat up specializzata nella clonazione agricola. ”E’ probabilmente la prima volta che un manzo produce un manzo clonato’, ha detto Ed Peck, un portavoce del gruppo. Subito dopo la vittoria, ‘Doc’ è stato riacquistato dai suoi allevatori per 45 mila dollari, un prezzo da Guinness, per evitare di farlo finire dal macellaio, ridotto in bistecche.

Dopo le polemiche scoppiate nel 2006, dopo che la Food and Drug Administration era sembrata dar luce verde all’ingresso di animali clonati nella catena alimentare, il Dipartimento all’ Agricoltura ha chiesto agli allevatori una moratoria volontaria sulla carne clonata. David Faber, presidente di TransOva, ha escluso che animali clonati possano diventare presenze abituali alle fiere del bestiame.

Il ‘campione’ 2010 – ha aggiunto Faber – dimostra tuttavia che un bue clonato può crescere e diventare un animale ”sano e felice”, in grado di competere ai piu’ alti livelli in una dei concorsi più severi del paese come quello dell’Iowa. ”Lo abbiamo fatto per dimostrare le capacità di una tecnologia che già esiste”, ha detto Faber al giornale specializzato Dtn. L’exploit del campione ha però lasciato scettici molti commentatori: ”Doc ha messo in luce i limiti della clonazione rispetto alla riproduzione normale. La clonazione può solo replicare l’esistente mentre la riproduzione biologica – ha osservato il New York Times – continua ad offrire tutte le potenzialità dell’essere”.

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