Cronaca Mondo

Cambogia. Duch, il capo torturatore dei Khmer Rossi, è morto. Fece sopprimere 15mila persone

L’ex capo degli interrogatori e massimo torturatore per il regime genocida dei Khmer Rossi in Cambogia è morto ieri in ospedale a Phnom Penh.

Aveva 77 anni. Kaing Guek Eav, meglio conosciuto con il suo alias Duch, aveva servito come capo della famigerata prigione di Tuol Sleng.

Cambogia, Duch condannato per crimini di guerra

Un tribunale per crimini di guerra sostenuto dalle Nazioni United lo aveva successivamente condannato per crimini contro l’umanità per il suo ruolo nei ‘Campi della morte’ del regime.

Duch era entrato e uscito dall’ospedale per anni e aveva “un grave problema polmonare”, ha detto una fonte.

Nato nel 1942 da una famiglia contadina di origine cinese povera e indebitata, l’ex insegnante di matematica divenne il principale torturatore dei Khmer rossi con il regime ultra-maoista al potere dal 1975 al 1979.

Disciplinato e metodico, fu riconoscente verso i suoi insegnanti che non mancò tuttavia di torturare e mandare a morte.

Il quotidiano francese Le Monde ricorda una sua rara dichiarazione significativa e agghiacciante a testimonianza del rigore fanatico di questo implacabile interprete della “rivoluzione della foresta”.

“Muori e soffri senza parlare”

Davanti ai suoi giudici, nell’aprile del 2009, citò in un francese appena comprensibile dei versi del poeta Alfred De Vigny (La mort du loup, peraltro una poesia contro la guerra).

“Gémir, pleurer, prier, est également lâche / fais énergiquement ta longue et lourde tâche / dans la voie où le sort a voulu t’appeler / puis après, comme moi, souffre et meurs sans parler”.

(“Gemere, piangere e pregare è da vigliacchi / adempi con forza il duro e pesante dovere / sulla via dove ti ha condotto il destino / poi, come me, soffri e muori senza parlare”). 

Duch ha supervisionato le torture e le confessioni di migliaia di uomini, donne e bambini nell’ex scuola Tuol Sleng di Phnom Penh.

Mandando a morte circa 15.000 persone. È stato il primo membro dei Khmer rossi ad affrontare il giudizio davanti a un tribunale per crimini di guerra in Cambogia.

Ed è stato mandato a vivere i suoi giorni rimanenti nella prigione di Kandal dopo che un appello ha esteso la sua condanna originale all’ergastolo nel 2012. (fonti Le Monde e Ansa)

Published by
Warsamé Dini Casali