BANGKOK – Uno dei pochissimi sopravvissuti al carcere-lager di Tuol Sleng durante il regime dei Khmer rossi, Vann Nath, è morto oggi a Phnom Penh, a dieci giorni dall'arresto cardiaco che lo aveva ridotto in coma.
Lo hanno annunciato i familiari. Vann, che aveva 66 anni, era riuscito a uscire vivo da Tuol Sleng (S-21) grazie ai dipinti che il regime gli aveva commissionato, e che ancora oggi sono esposti all'interno del centro di detenzione diventato museo sugli orrori dei Khmer rossi.
L'uomo era stato uno dei testimoni al processo contro Kaing Guek Eav, il "compagno Duch" responsabile di Tuol Sleng, condannato l'anno scorso a 30 anni di reclusione per le circa 15 mila persone uccise sotto la sua supervisione. La morte di Vann Nath, intervistato più volte dai media internazionali come testimone di quel periodo e protagonista di un documentario su Tuol Sleng, si verifica proprio mentre i lavori del processo contro i quattro principali leader dei Khmer rossi ancora in vita hanno subito l'ennesimo rinvio – verosimilmente almeno fino a gennaio – data la perizia psichiatrica disposta nei confronti dell'ex ministro degli affari sociali Ieng Thirith (79 anni).
Gli altre tre imputati del regime – l'ideologo Nuon Chea, il capo di stato Khieu Sampan e il ministro degli esteri Ieng Sary – hanno tutti tra i 79 e gli 85 anni. Complice la lentezza della macchina giudiziaria e la loro salute precaria, tra gli osservatori è forte il timore che il processo – iniziato a fine giugno – non faccia in tempo a giungere alla sua conclusione.