Chissà quanti figli avrà sparsi per il mondo. In fondo lui può, non perché molto richiesto sessualmente, ma perché medico specializzato in fecondazione artificiale. Nelle sue mani ha capacità e strumenti per mettere il suo sperma a disposizione di ovuli di donne con il disperato desiderio di maternità. Peccato che le future mamme, a quanto pare, erano ignare di tutto ciò.
Un medico di Ottawa, Norman Barwin, è stato citato in tribunale per avere usato il suo sperma o uno sperma diverso da quello richiesto per l’inseminazione di alcune pazienti. A portare in tribunale Barwin e chiedere a lui e alla sua “Broadview Fertility Clinic” un risarcimento danni per 3 milioni di dollari sono i coniugi Trudy Moore e Matthew Guest e una ragazza madre, Jacqueline Slinn. I pazienti hanno chiesto, inoltre, al tribunale di obbligare Barwin a sottoporsi al test del Dna ”per accertare senza ombra di dubbio che il donatore di sperma usato per l’inseminazione era lo stesso medico”.
Barwin però continua a negare lo scambiato di sperma, difende le tecniche usate nella sua clinica e soprattutto non ha nessuna intenzione di sottoporsi ai test richiesti.
I coniugi Guest si rivolsero alla Broadview Fertility Clinic nel 2006. Ad offrirsi come madre surrogata era stata la sorella di Trudy. Dopo vari tentativi non riusciti, sicuri che lo sperma fosse di Matthew e fosse stato congelato molto tempo prima dallo stesso dottore, nasce Samantha nel 2007. Ma ecco la sorpresa. La piccola ha il gruppo sanguigno Rh positivo. Le sorelle Moore e Matthew Rh Negativo. Il test del Dna non fa altro che confermare l’ipotesi più dura da sopportare: Matthew non è il padre biologico di Samantha. Lo scambio di sperma è ormai una certezza.
A questo punto la coppia oltre alla richiesta di 1,75 milioni di dollari di danni intraprende un’azione legale affinché il dottor Barwin riveli il nome del donatore e se lo sperma è stato usato per altre donne.
Poco dopo parte la seconda causa. A presentarla il mese scorso Jacqueline Slinn, che da subito comincia a sostenere di essere stata inseminata dallo stesso Barwin. Ragazza madre, diede alla luce una bambina, Bridget, il 15 marzo 2005. Quando la piccola aveva due anni Jacqueline, che conosceva il numero del donatore (3.168) prende contatti con diverse altre donne che erano state inseminate dallo stesso sperma e decide di confrontare il Dna di sua figlia con quello degli altri bambini. Sconvolgente l’esito, Bridget non aveva lo stesso schema genetico dei figli delle altre pazienti. Secondo le analisi il seme del donatore era stato contaminato in laboratorio da un altro sperma.
Jacqueline non ha dubbi. Il dottore è il padre di sua figlia. La sua ipotesi viene appoggiata dalla coppia Guest, visti i continui rifiuti di Barwin a rivelare chi fosse il padre di Samantha. Nulla per ora è stato provato in tribunale. Ma in Canada si continua la disperata ricerca della verità.