Quando gli hanno dato la notizia, l’ex interista Ivan Zamorano ha pianto. Tra i 33 uomini vivi per miracolo nella miniera cilena di San Josè c’è anche l’ex giocatore di calcio Franklin Lobos, che anni fa ha giocato anche nella nazionale di Santiago. Il 53enne Lobos, che per molto tempo ha militato nella squadra del Cobresal, ha alle spalle una vita fortunata, ma anche molto dura, come tanti minatori, e non solo in Cile.
Finita la carriera, a causa dell’età, nel mondo del ‘futbol’ professionale cileno, Franklin per un po’ ha continuato a giocare a calcio, ma poi per vivere ha iniziato a guidare taxi e autobus. Negli ultimi tempi si occupava di portare su e giù i minatori di San Josè, proprio il posto dove si trovava quel maledetto 5 di agosto, quando uno smottamento ha bloccato 700 metri sotto la superficie il gruppo dei 33 uomini.
In queste ultime ore, a Santiago sono stati in molti a raccontare gli anni in cui hanno conosciuto, o giocato, con Franklin. ”Me lo ricordo soprattutto per i calci piazzati, riusciva a dare alla palla un effetto del tutto particolare”, ha per esempio rilevato Zamorano, mentre un altro ex calciatore, Manuel Rodriguez Araneda – ‘mundialista’ nel ’62 ed ex allenatore del Cobresal – rileva che ”Franklin era una persona affidabile dentro e fuori dai campi di gioco”.
”E’ finito in miniera soprattutto per aiutare i figli a studiare”, ha aggiunto Araneda. Ad avvisare Zamorano e altri vecchi amici che Lobos stava bene è stata la figlia Carolina, che fin dal primo giorno ha seguito la tragedia di San Josè al campo-base ‘Esperanza’, creato insieme agli altri familiari dei minatori intrappolati.