Una potente scavatrice ha iniziato la realizzazione di un pozzo profondo 700 metri per soccorrere i 33 minatori intrappolati nelle gallerie della miniera di San José, nel nord del Cile. Una fonte governativa ha riferito che l’operazione richiederà da tre a quattro mesi.
I lavori sono cominciati alle 22:25 ora locale, le 3:25 in Italia, alla miniera di oro e rame di San José, a 800 km a nord di Santiago, affidati alla scavatrice “Strata 950”, di concezione australiana. Il sito della perforazione è lontano dagli sguardi dei familiari e dei media, ai quali l’accesso è interdetto, a circa un chilometro dall’entrata, lungo il fianco della miniera.
Il cantiere procederà per tappe successive: la scavatrice scaverà in un primo momento un pozzo verticale di 15 metri di profondità , prima della perforazione vera e propria di un pozzo di 702 metri di profondità e 33 centimetri di diametro. Alla fine, il foro sarà allargato fino a 66 centimetri per mezzo di una speciale trivella. E’ da questo passaggio che saranno estratti i minatori, uno ad uno, un’operazione che, da sola, durerà tre o quattro giorni.
All’inizio della perforazione – ha spiegato Jorge Sanhueza, ingegnere del gruppo cileno Codelco, che presiede ai lavori – la macchina getterà terra e rocce in superficie, ma poi, quando il foro sarà allargato, i materiali di scavo cadranno all’interno e i minatori dovranno ammassarli. Il macchinario procede alla velocità di circa 15-20 metri al giorno in condizioni ottimali, ma preparativi sono gia’ in corso per il gran giorno dell’uscita all’esterno dei minatori.
Almeno sei soccorritori scenderanno in fondo al pozzo per prepararli alla sortita. Saranno poi issati per mezzo di una corda rigida, operazione che, secondo gli esperti, richiederà circa due ore a persona. I minatori dovranno essere bendati, per evitare che la luce ferisca i loro occhi dopo mesi di oscurità , e dovranno indossare abiti speciali per evitare anche uno shock termico, dopo tanto tempo ad oltre 32 gradi e in condizioni di estrema umidità .