I 33 minatori intrappolati dal 5 agosto a 700 metri di profondità in una miniera di San Josè, nell’estremo nord del Cile, potrebbero essere messi in salvo già il prossimo fine settimana: lo ha dichiarato, citato dal sito della Bbc, il coordinatore delle operazioni di soccorso, Pedro Buttazzoni.
Una delle trivelle di soccorso è penetrata infatti più velocemente del previsto, è già a 464 metri di profondità e si trova ora a soli 160 metri sopra il punto in cui sono prigionieri i minatori.
Lo stesso presidente cileno, Sebastian Pinera, ha espresso ieri la convinzione che ”siamo vicini alla loro liberazione”, aggiungendo di essere speranzoso che il salvataggio sia completato prima della partenza per il suo viaggio in Europa, prevista per il 17 ottobre.
Buttazzoni, a capo della compagnia mineraria cilena Geotec, ha detto anche che i tecnici stanno ora dibattendo se sia il caso di rivestire di metallo per sicurezza l’interno del pozzo di salvataggio, da cui verranno estratti uno a uno i minatori in un’apposita capsula.
Le operazioni di rivestimento, ha sottolineato, impiegherebbero infatti diversi giorni. Se si decidesse di non eseguirle, dice Buttazzoni, è ”perfettamente possibile” che si riesca a estrarre i minatori entro il fine settimana.
Il progresso nel terreno delle tre trivelle in azione è stato più veloce di quanto pronosticato e la data del salvataggio, dopo l’iniziale previsione per l’inizio del mese di novembre, era già stata avvisinata alla seconda metà di ottobre.