Chiusi in un ambiente ristretto a 700 metri sotto terra per i prossimi 100 giorni, almeno fino a Natale. Uno scenario da Grande Fratello dell’orrore sembra attendere i 33 minatori cileni sepolti vivi dal 5 agosto nella miniera San Josè. Sono sopravvissuti, ma il peggio deve ancora venire. Vie d’uscita bloccate e una lunghissima attesa prima di poter essere liberati da una macchina perforatrice. E come in reality che si rispetti non mancheranno le telecamere che da qui a Natale seguiranno la vicenda.
Un destino, il loro, legato a una domanda: come riusciranno a sopravvivere cento giorni sotto terra? Come impiegheranno il tempo senza impazzire, come riusciranno a mangiare, dormire, fare i bisogni, lavarsi? Fino a interrogativi più drammatici: se uno di loro dovesse morire, cosa farebbero del cadavere?
Medici, geologi, psichiatri cercano di dare una risposta a tutte queste domande. Evitare di dormire troppo è il consiglio che dà il medico. Già , ma a 700 metri di profondità come rispettare il ciclo sonno-veglia senza vedere un raggio di luce per mesi? Senza contare che se uno di loro morisse sarebbe una tragedia, perchè la stanza di sicurezza non è stata pensata per questa evenienza. Poi ci sono i bisogni: per sopravvivere dovranno mantenersi a debita distanza dai loro stessi rifiuti. Impresa difficile per 33 persone che in media producono 50 litri di pipì al giorno e 5 chili di feci.
Il geologo a questo punto avverte che tutto è legato al sistema di areazione, che non deve assolutamente smettere di funzionare. Le temperature a quella profondità arrivano anche a 50 gradi.
Lo speleologo suggerisce poi di non sottovalutare gli effetti benefici dell’adrenalina. Quando hai paura pensi a salvarti la pelle e il tempo sembra magicamente passare più velocemente.
Dello stesso avviso sembra lo psichiatra: impareranno anche a essere solidali tra loro. Basta che non manchino cibo e acqua, perchè a quel punto le dinamiche di gruppo potrebbero evolvere in maniera drammatica.
Una condizione che forse solo gli astronauti conoscono e gli esiti non sono rassicuranti: secondo uno studio americano bastano 6 mesi in un ambiente angusto per ridurre il tono muscolare di un trentenne a quello di un uomo di 80 anni.